La Seduzione della Gratificazione Istantanea. L’Illusione dei Guru e la Ricerca di Scorciatoie nel Mondo della Motivazione
- Il mito del successo facile
- Alla ricerca della motivazione perduta
- I libri motivazionali
- L’atteggiamento mentale medio
- Il segreto della Motivazione Suprema
- Il Mito del Successo Facile
Siamo immersi in un mare di informazioni, offerte seducenti e promesse allettanti. Viviamo in un’epoca in cui “veloce” sembra non essere mai abbastanza rapido e “facile non è mai abbastanza semplice. Ma cosa succede quando questa cultura dell’immediatezza si insinua nelle nostre aspirazioni più profonde, nelle nostre ambizioni e nei nostri sogni?
Quando i giganti della motivazione, sia americani che italiani, ci vendono pacchetti lucidi di successo preconfezionato, stiamo davvero acquistando il vero significato del progresso personale?
Oppure stiamo semplicemente cedendo alla tentazione di un percorso semplificato, evitando il duro lavoro e il confronto con le sfide reali?
Il carisma e l’energia dei coach di oggi sono indiscutibili.
Con discorsi accattivanti e storie piene di suggestioni, essi rappresentano il “dream come true” di molte persone. Ma dietro questo velo di successo spesso c’è una narrativa incompleta.
Molti di questi “guru” propongono soluzioni pronte, modelli rigidi e percorsi standardizzati che non tengono conto della complessità e unicità di ogni individuo. La realtà è che non esistono scorciatoie per un’autentica realizzazione personale.
LA PSICOLOGIA DELLA SCORCIATOIA
Ma perché tanti cadono in questa trappola?
La risposta potrebbe risiedere nella nostra psicologia.
La nostra mente è cablata per cercare il piacere e evitare il dolore.
In un mondo in cui siamo costantemente bombardati da stimoli, la promessa di una soluzione rapida e senza sforzo è irresistibile.
Questo desiderio di evitare la fatica, unito all’influenza dei media e alla pressione sociale, crea un cocktail potente che spinge molti a cercare risposte preconfezionate.
RISCOPRIRE L’ARTE DELL’IMPEGNO
Eppure, la storia dell’umanità è costellata di storie di individui che hanno raggiunto grandezze attraverso la dedizione, l’impegno e la resilienza. La crescita autentica richiede sforzo, riflessione e, a volte, fallimenti su fallimenti. La chiave sta nell’abbracciare il percorso, con tutte le sue sfide, piuttosto che cercare il traguardo attraverso un sentiero predefinito.
Mentre il mondo del coaching e della motivazione ha molto da offrire, è essenziale guardare oltre il lucido marketing e le promesse audaci. Ogni individuo ha un percorso unico da percorrere, e la vera crescita avviene quando abbracciamo il nostro viaggio con autenticità, consapevolezza e impegno genuino.
2. Alla ricerca della motivazione perduta
Le persone si affannano trovare una motivazione importante per esistere e avere successo nella vita. Indaghiamo i due principali ostacoli alla comprensione della vera motivazione:
- L’offerta esistente al riguardo della motivazione.
- Lo standard medio delle persone comuni.
3. I libri motivazionali
Quanti articoli e libri sono stati scritti sulla motivazione!Le tecniche sono diverse e si basano tutte su elenchi di domande, liste di valori e suggerimenti similari. Non dico che siano inutili, rivestono comunque una loro importanza, ma con quelle liste non si va molto avanti. Quelle sono valide per chi vuole il minimo sindacale da sé stesso e dalla vita.
Non hanno il pregio di scavare dentro il soggetto, andare a fondo e pescare nel buio scintille di luce.
Quelle liste in un prossimo post te le darò anche io, ma sono solo dei piccoli aiuti. Pensa ai tanti libri motivazionali che puoi trovare ovunque. Libri che, secondo chi li scrive, sono in grado di infonderti l’entusiasmo, la grinta, la conoscenza per… trovare il motivo per andare avanti, per migliorare sé stessi, per portare a termine un certo progetto.
Sono testi che raccontano la vita di personaggi famosi oppure dei coach dove si ripetono continuamente principi noti e arcinoti, ricchi di enfasi e di suggestioni.
Si leggono dei principi scontati venduti come novità. Per esempio “il momento in cui ti impegni veramente e prendi una decisione è il momento in cui inizi a cambiare la tua vita”.
A me pare ovvio che senza un’azione diversa, che tende a cambiare lo “status quo”, ogni decisione decade dalla sua funzione iniziale, non ha più alcun valore. Non è stata una decisione ma una fantasia o poco più.
Sul “modellamento”, cioè copiare strategie e comportamenti di persone che sono giunte al successo, per accelerare il proprio successo, lo ritengo una cosa molto discutibile. Può essere fonte d’informazione e offrire spunti interessanti, ma certamente se copio il campione del mondo di formula uno non per questo diventerò come lui. Al massimo otterrò dei consigli.
Che “il movimento e la respirazione hanno un grande impatto sia sullo stato fisico sia su quello mentale”, è un altro assioma giustissimo ma ripetuto da millenni da chi pratica meditazione, yoga, o altre pratiche come queste.
Le abitudini sono considerate il solo mezzo per cambiare. Questo può valere per le persone che non si pongono mai domande su loro stesse. Hanno bisogno assoluto dell’abitudine.
In fondo tutta la propaganda che attua ogni potere per gestire il consenso a che cosa mira? A fare in modo che le persone si abituino a eseguire i suoi voleri/ordini. Deve essere un’abitudine allacciarsi le cinture di sicurezza. E in questo caso ha una certa valenza positiva. Ma pensa a quante abitudini stupide le persone sono continuamente esposte e condizionate. Guarda negli ultimi tre anni quante abitudini nuove sono venute fuori. E le persone le seguono senza battere ciglio, vanno in automatico, non pensano a quello che stanno facendo.
Esatto, questo è il punto: pensare a ciò che si fa.
Invogliare le persone alle abitudini è come chiudere definitivamente il portale del pensiero. Non si insegnano le abitudini, si insegna a pensare con la propria testa, a sviluppare un pensiero indipendente e critico.
Sviluppare le abitudini è esattamente il contrario di quello che deve fare una persona mentre compie qualsivoglia azione.
Se stai mangiando devi pensare al cibo che stai ingurgitando, sentire il tuo stomaco che cosa dice. E il tuo corpo è d’accordo, come risponde, si dilata, si amplia oppure si restringe? Hai percepito i vari gusti? Sai riconoscere alcuni ingredienti? E la cottura come è?
A queste domande puoi rispondere solamente se sei presente con te stesso, altrimenti non puoi. Ma in questo modo non avrai alcuna informazione dalla tua esperienza, non saprai mai se quello che stai mangiando ti farà bene o male, non capirai un accidente del modo in cui è stato cucinato. Non distinguerai alcun ingrediente o sapore particolare. Sarebbe la stessa cosa gettare tutti gli ingredienti direttamente nello stomaco, senza cucinarli.
Troviamo anche spesso citata l’importanza delle credenze: “Le credenze influenzano direttamente le nostre azioni e di conseguenza i risultati che otteniamo nella vita”. Vero, ma non spiegano il motivo. Se non sai perché, non puoi entrare nella stanza dei bottoni. Se t’illudi di cambiare credenze con la riprogrammazione mentale ti stai sbagliando. L’effetto è minimo nella durata e il motivo esiste: lavori sui sintomi e non sulle cause. Anche se sostengono che lavori sul subconscio non è vero.
Si lavoro sull’inconscio, sulle immagini. E non ci si arriva in un weekend!
Anche “il potere delle domande” è spesso oggetto di questi testi.
Vero, le domande sono fondamentali. Lo diceva già Socrate e tutta la filosofia ha sempre continuato su questa strada. Quello che non viene detto però è che a domanda sciocca e/o errata, otterrai una risposta altrettanto sciocca o errata. Una risposta intelligente parte sempre da una domanda intelligente.
La “qualità” della domanda è data dalla tua conoscenza che dovrebbe sempre essere in evoluzione permanente. Se non alimentata con continuità non potrà produrre risposte migliori. Per sviluppare la qualità delle domande dobbiamo ancora una volta partire dal pensiero.
Nessuno insegna a pensare.
Nessuno insegna a cercare dentro sé stessi.
Sì, a parole lo dicono tutti, ma poi vai a vedere i loro strumenti e li trovi tutti spuntati e inefficaci allo scopo che ho accennato.
Aiuti sì. Soluzioni no.
Un punto centrale lo detengono i valori. “La comprensione e l’allineamento con i propri valori fondamentali sono essenziali per vivere una vita piena di significato e soddisfazione”.
Che cosa significa?
Quali sono i propri valori fondamentali? Sembra una domanda facile facile. Invece al suo interno si nasconde una enorme insidia.
I valori, come ho già scritto nel mio post del 06/08/23: https://mauriziofani.com/scopri-la-differenza-tra-i-tuoi-valori-e-i-valori-socialmente-riconosciuti/ , che tu credi di possedere non sono veri perché frutto dei condizionamenti sociali e dei traumi subiti. Cercare i propri valori è compito molto più faticoso e arduo che cercare quelli che ci piacciono di più in una lunga lista.
Sto parlando di concetti assolutamente diversi.
Bisogna entrare nelle cause delle situazioni e non lavorare sugli effetti ultimi. Per farti comprendere la differenza leggi la seguente storia che ho appositamente scritto per te.
“In una piccola cittadina, vicino alle rive scintillanti di un tranquillo fiume, c’era un uomo di nome Matteo. Proprietario di una splendida auto classica. Aveva deciso che era giunto il momento di dare al suo amato veicolo un nuovo look, un colore fresco e brillante che riflettesse il suo spirito audace.
Matteo aveva due amici, Luca e Giorgio. Luca, impaziente e sempre alla ricerca della strada più veloce, gli consigliò: “Perché spendere tanto tempo e denaro con tutto quel procedimento complicato? Prendi una bomboletta spray e fai tutto da solo in un pomeriggio!”. Giorgio, però, aveva un approccio diverso. Proprietario di un’officina di carrozzeria, conosceva l’arte della verniciatura come pochi altri. “Se vuoi un risultato che duri nel tempo e che rispecchi veramente il valore della tua auto, devi farlo nel modo giusto”, disse con enfasi.
Matteo rifletté. La sua auto non era solo un mezzo di trasporto. Era un’estensione di sé stesso, un simbolo di tutti i suoi viaggi e avventure. Voleva il meglio.
Contrariamente al consiglio di Luca, portò l’auto da Giorgio. Giorno dopo giorno, Giorgio lavorò con passione alla macchina. La vecchia vernice fu accuratamente rimossa, rivelando la pura lamiera sottostante. Ogni imperfezione veniva trattata con lo stucco, ogni piccolo graffio o bozzo curato con precisione. Poi, con movimenti esperti e deliberati, Giorgio applicò la nuova vernice usando un compressore, assicurandosi che ogni angolo dell’auto fosse coperto in modo uniforme. Dopo averla fatta asciugare nel forno della carrozzeria, l’auto fu lucidata fino a raggiungere una lucentezza perfetta.
Intanto, Luca, incuriosito dal confronto, decise di riverniciare la sua auto usando la bomboletta spray. Inizialmente, l’auto sembrava brillante e nuova. Ma non passò molto tempo prima che la vernice iniziasse a scrostarsi, mostrando imperfezioni e lasciando la macchina in uno stato peggiore di prima.
Un paio di settimane dopo, in una serata estiva, i tre amici si riunirono sul lungofiume. Le loro auto erano parcheggiate una accanto all’altra. Mentre l’auto di Luca mostrava segni di deterioramento, l’auto di Matteo brillava alla luce del tramonto, il suo colore intenso e luminoso attirava ammirazione da ogni passante.
Giorgio, con un sorriso soddisfatto, disse: “Le scorciatoie possono offrire risultati immediati, ma la dedizione e l’attenzione ai dettagli offrono risultati che durano nel tempo.”
La storia di Matteo, Luca e Giorgio è un promemoria che nella vita, come nella verniciatura di un’auto, ciò che ci dedichiamo veramente e facciamo con cura ci darà risultati duraturi e soddisfacenti. La superficialità può generare solo superficialità.
Lavorare direttamente sulle cause, azzerando il vecchio, è l’unica garanzia che noi esseri umani abbiamo per poter arrivare a gestire la propria esistenza con successo. La scelta tra la rapidità e la qualità è sempre nelle nostre mani”.
4. L’atteggiamento mentale medio
Se mi segui e leggi i miei libri e i miei articoli avrai compreso che mi distacco molto dalla mediocrità. So perfettamente che questo mi costerà in termini di diffusione ma sono certo che esistono anche persone che vogliono di più da sé stesse e dalla vita.
Io mi pongo al loro servizio, anche se ce ne fosse una soltanto, ma so bene che sono molte, moltissime di più.
La mia non è una speranza ma una constatazione, una evidenza. Non tutti sono disponibili a omologarsi ai soliti principi che comunque li tengono chiusi in delle gabbie invisibili per tutta l’esistenza.
L’unica prerogativa indispensabile è la corretta conoscenza e interpretazione della realtà. La realtà è composta dalla tua interiorità e dal mondo esterno. La realtà è l’interazione diadica tra il mondo esterno e il tuo mondo interiore.
Gli errori sono all’ordine del giorno e spesso hanno risvolti molto negativi per chi li compie. La superficialità delle persone condanna gli individui a una cronica esposizione a questi errori.
Non verificano, non indagano, non si interessano, non comprendono. Adducono spiegazioni preconfezionate.
Sfiorano il problema e prendono per buono quel poco che è stato deciso da altri ripetendolo, amplificando quel messaggio che nasce già distorto perché non tende al benessere ma al predominio e al consenso.
Capire questi concetti è molto utile per:
- creare il bene per sé e gli altri;
- conoscere sé stessi;
- capire gli altri;
- migliorare la propria esistenza.
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La mancanza di spirito critico, la scarsa conoscenza di sé stessi e di come si muove il mondo, la acritica seduzione del principio di autorità, la fusione totale con gli stereotipi, il vezzo di non porsi mai domande di qualità in particolare i “perché”, ha fatto sì che senza accorgersene una vasta massa di individui vive in una “galera” dalle sbarre invisibili.
Questa moltitudine fa esattamente ciò che le viene detto senza fiatare. Il bisogno di sicurezza, di protezione da mille paure innescate ad arte, ha fatto breccia nei loro cuori. Hanno barattato la loro anima per una indecorosa sopravvivenza.
Il paradigma lavoro, carriera soldi, successo, ostentazione, prestigio sociale, ha mietuto moltissime esistenze, creando infelicità e conflitti con la parte più profonda di sé stessi.
Le loro reazioni le posso riassumere sinteticamente in 7 punti:
PROCRASTINANO – Lavorano facendo qualcosa che non piace o piace poco per attendere un futuro migliore come la pensione, vivere di rendita, attendere una eredità. Oppure si convincono che le cose cambieranno solo “quando saranno” o “quando avranno”, come se la propria felicità dipendesse da fattori esterni.
EVADONO – Si rifugiano negli hobbies, nel tempo libero, nelle attività futili di rito (apericena, ferie,weekend) come fuga da una vita insoddisfacente. Aspettano il fine settimana per non pensare a quello che fanno durante tutta la settimana. Ma ti sembra sano tutto questo?
RINUNCIANO – Pongono la libertà dal falso mondo che hanno creato come obiettivo senza però fare niente per arrivarci perché non si considerano all’altezza, hanno paura di fallire, delle conseguenze, del giudizio degli altri. Non osano. Non rischiano. Per questo trovano la scusa della famiglia, del mutuo, dei genitori anziani, dei bambini piccoli, ecc.
NON VOGLIONO VEDERE – Emerge un rifiuto a prescindere di conoscere altre interpretazioni poiché esiste la convinzione che qualunque informazione aggiuntiva potrebbe destabilizzare il precario equilibrio di una vita vissuta in maniera inconsapevole. Rifiuto del cambiamento.
SI OMOLOGANO E SI CONFORMANO – sono concetti centrali nella psicologia sociale. Si riferiscono al processo attraverso il quale gli individui adattano le loro opinioni, sentimenti, atteggiamenti e comportamenti in accordo con quelli percepiti come norme o aspettative del gruppo di appartenenza o della società in generale. Accettazione: Desiderio di essere accettati e amati dal gruppo. Incarnano acriticamente il volere del potere.
- Omologazione sociale: adattamento delle proprie opinioni o comportamenti alle norme o alle aspettative della maggioranza.
- Conformismo: modifica del proprio comportamento o delle proprie credenze in risposta alla pressione della società. .
IMITANO – L’imitazione sociale è un comportamento che implica l’osservazione e la replicazione delle azioni di altri individui. È una forma di apprendimento sociale.
Ecco alcuni punti salienti sull’imitazione sociale:
- Sviluppo Infantile:i bambini iniziano a imitare gli adulti già in tenera età. Attraverso l’imitazione, acquisiscono nuove abilità, dal parlare al camminare.
- Rinforzo Culturale:l’imitazione sociale è cruciale per la trasmissione della cultura. Le norme, le tradizioni e i comportamenti tipici di una società vengono trasmessi alle nuove generazioni attraverso l’imitazione.
- Appartenenza Sociale: imitare gli altri può anche essere un modo per aderire a un gruppo o per essere accettati socialmente.
- Apprendimento Vicario: teorizzato da Albert Bandura, l’apprendimento vicario suggerisce che gli individui possono apprendere semplicemente osservando le azioni degli altri e le conseguenze di quelle azioni, senza sperimentare direttamente quelle conseguenze.
- Neuroni Specchio: sono stati scoperti dei neuroni nel cervello, chiamati “neuroni specchio”, che si attivano sia quando un individuo esegue un’azione sia quando osserva un altro individuo eseguire la stessa azione. Si ritiene che questi neuroni svolgano un ruolo cruciale nell’imitazione e nell’empatia.
- Pressione dei Pari: l’imitazione sociale basata sulla pressione o sull’influenza dei pari.
SPERIMENTANO LA DISSONANZA COGNITIVA – La dissonanza cognitiva è un concetto introdotto nel 1957 dallo psicologo sociale Leon Festinger. Si riferisce allo stato di tensione o disagio che una persona prova quando detiene contemporaneamente due o più cognizioni (come opinioni, atteggiamenti o credenze) che sono contraddittorie o in conflitto tra loro, oppure quando le sue azioni non sono in linea con le sue cognizioni. Quando sorge la dissonanza, le persone sono motivate a ridurla. Ci sono diverse strategie che possono essere impiegate per risolvere o ridurre la dissonanza, tra cui:
- Cambiare una o più delle credenze o delle cognizioni in conflitto.Ad esempio, se una persona crede fermamente nell’importanza di una dieta sana ma mangia cibo spazzatura, potrebbe cambiare la sua credenza riguardo a quanto sano sia quel particolare cibo spazzatura.
- Acquisire nuove informazioni o credenze che equilibrino o minimizzino la contraddizione. Usando lo stesso esempio, potrebbe cercare ricerche che mostrano i benefici di occasionali “trattamenti” o indulgenze.
- Ridurre l’importanza delle cognizioni contraddittorie.Una persona potrebbe decidere che mangiare sano è meno importante di quanto pensasse inizialmente.
- Giustificare o razionalizzare le proprie azioni.“Ho avuto una giornata difficile, merito un dolce”.
ESCOGITANO SCUSANTI – La famiglia, i figli piccoli, il mutuo, la casa, la nonna malata, i genitori anziani. Lo vorrei fare (non lo voglio fare) ma…
Aspirare a una vita diversa è appannaggio di chi compie grandi sforzi e dimostra importanti capacità di resilienza alle mille difficoltà che inevitabilmente si presenteranno.
In queste condizioni riconoscere i valori propri, la motivazione suprema, l’origine delle proprie credenze e i propri stereotipi è pressoché impossibile. Ecco perché vengono spesso propinate delle lunghe liste di “valori”, “scopi nella vita”, “obiettivi da raggiungere” tra cui individuare i propri.
I sintesi, sia chi si occupa di motivazione, sia chi la ricerca si sono incontrati su un livello medio basso, anche se con potenti investimenti nel marketing e nei singoli brand le conoscenze offerte appaiono mirabolanti e fenomenali, abbiamo visto che mediamente non ci sono novità, ma solo modi diversi di vendere ciò che è “ovvio” e “banale”, a carissimo prezzo, non tralasciando aspetti davvero poco etici che ho spesso riscontrato di persona.
Naturalmente questa è una interpretazione generale.
Esistono comunque situazioni nettamente superiori, che hanno una visibilità molto ridotta e destinate a pochi.
Spesso i pochi che contano veramente.
Sarebbe come andare al supermercato per acquistare dei cibi e operare scelte in base al colore o alle dimensioni delle confezioni. Non c’è alcuna relazione tra le componenti. L’obiettivo di acquistare il cibo più salutare diventa irraggiungibile.
5. l Segreto della Motivazione Suprema
Per il mondo del self help e dei guru della formazione la motivazione è ciò che spinge le persone a compiere azioni, superare ostacoli e raggiungere obiettivi. Ecco alcuni elementi chiave che costituiscono una forte motivazione:
- Desiderio Intenso: è l’anelito profondo di raggiungere qualcosa o di evitare una determinata situazione. Può essere legato a un bisogno personale, professionale o emotivo.
- Scopo o Obiettivo: una visione chiara di ciò che si vuole raggiungere. Questo fornisce una direzione e un fine da perseguire.
- Credenza nella Capacità: la fiducia in se stessi e la convinzione di avere le capacità e le risorse necessarie per raggiungere l’obiettivo.
- Valore Percettivo: La percezione che il risultato o l’obiettivo ha un significato o un valore personale. Se qualcosa è percepita come preziosa o importante, si è più propensi a lavorare sodo per ottenerla.
- Ambiente di Supporto: avere un ambiente che supporta e nutre la motivazione, come amici, famiglia, o colleghi che condividono o supportano i tuoi obiettivi.
- Feedback Positivo: ricevere riconoscimenti e feedback positivi può aumentare la motivazione, confermando che si sta avanzando nella giusta direzione.
- Paura delle Conseguenze: a volte, la motivazione può derivare dalla paura delle conseguenze del non fare qualcosa, come perdere un’opportunità o subire delle penalizzazioni.
- Competizione: Per alcune persone, un senso di competizione o il desiderio di superare gli altri può servire come forte motivatore.
- Curiosità e Crescita: il desiderio di apprendere, crescere e svilupparsi può essere una fonte potente di motivazione.
- Impegno Personale: l’essere fortemente impegnati in un compito o in un obiettivo, rendendo difficile rinunciare o deviare dal percorso.
Riconoscere e comprendere questi elementi può aiutare a coltivare e mantenere una forte motivazione sia in se stessi che negli altri.
Sono tutti elementi importanti che costituisco il “pianeta motivazione”.
Sta di fatto che nessuno di questi tocca i punti centrali da cui partire. Non si parla di conoscenza se non come modelli da seguire e/o imitare. L’unicità di ognuno resta sempre nell’ombra e pare non interessare la ricerca della motivazione.
È proprio qui che tutti commettono un grande errore: danno tutto per scontato.
Se osservi lo schema riportato all’inizio del post si parla di 5 componenti.
Curiosità: la curiosità è stata spesso descritta come una forza vitale, una spinta che anima la nostra esistenza e illumina il nostro cammino nella vita. È stata paragonata al “sale” non solo perché valorizza e intensifica la nostra esperienza di vita, ma anche perché senza di essa, la vita potrebbe apparire insipida e priva di significato. La curiosità denota intelligenza.
Albert Einstein, uno degli scienziati più celebri di tutti i tempi, ha affermato: “Non ho talenti particolari, sono solo appassionatamente curioso”. Questa dichiarazione sottolinea l’idea che la sua straordinaria capacità di vedere oltre l’ovvio fosse alimentata da una curiosità inestinguibile. Einstein ha sollevato domande che pochi avevano osato fare e ha esplorato territori che molti consideravano inconcepibili.
Un altro autore degno di nota, Leonardo da Vinci è spesso citato come esempio di curiosità senza limiti. Ogni pagina dei suoi taccuini è una testimonianza della sua fame insaziabile di conoscenza, dalla meccanica al volo degli uccelli, dall’anatomia alle invenzioni. Walter Isaacson, nel suo libro “Leonardo da Vinci”, descrive come la curiosità fosse la forza trainante dietro ogni sua invenzione, quadro e studio. La sua curiosità si spingeva alla ricerca del Divino in ogni sua opera e, quando l’aveva trovata, l’opera poteva restare anche incompiuta. Non stimolava più alcun interesse in lui. Aveva trovato ciò che cercava.
Ma non solo le menti scientifiche hanno celebrato la curiosità. Doris Lessing, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura, ha scritto: “La cosa più preziosa che abbiamo è la curiosità”. Questa semplice verità ribadisce che, indipendentemente dal campo di interesse o dalla professione, la curiosità è il motore che spinge alla scoperta, alla comprensione e, in definitiva, alla crescita.
Se la curiosità è il sale della vita, allora ogni giorno dovremmo cercare di “condire” la nostra esistenza con domande, meraviglie e scoperte. Dovremmo osare chiedere, esplorare e sognare. Solo così, la nostra esperienza di vita diventerà veramente saporita e arricchente. In fondo, come ha scritto Rainer Maria Rilke in “Lettere a un giovane poeta”: “Cerca di amare le domande stesse”.
La prossima volta che ti senti in stallo o insoddisfatto, ricorda che una pizzico di curiosità potrebbe essere esattamente ciò di cui hai bisogno per ravvivare la tua giornata e dare un nuovo significato alla tua vita.
Talenti: il talento è quel dono unico e innato che possediamo, un fuoco che brucia dentro di noi, pronto a illuminare il mondo. Ognuno di noi ha talenti, anche se spesso rimangono nascosti, aspettando il momento giusto per brillare.
La famosa “Parabola dei Talenti” nel Vangelo di Matteo (25:14-30) racconta di un padrone che, prima di partire per un viaggio, affida a tre dei suoi servi una certa quantità di “talenti” (un’antica moneta). Al suo ritorno, scopre che due di loro hanno investito e raddoppiato i loro talenti, mentre il terzo, per paura di perdere ciò che gli era stato affidato, ha nascosto il suo talento sotto terra. Il padrone elogia i primi due servi e rimprovera l’ultimo per non aver fatto fruttare il talento ricevuto. Gli toglierà anche quel poco che aveva gelosamente occultato.
Questa parabola non parla solo di denaro, ma di come scegliamo di utilizzare le abilità e le capacità che ci sono state date. Il talento è un dono, ma è anche una responsabilità.
Che cos’è il talento? È quella capacità naturale che ci distingue, ci permette di fare qualcosa con facilità e maestria. Potrebbe essere l’arte, la scienza, la comunicazione, lo sport, o qualsiasi altra cosa che ci fa sentire vivi e realizzati.
Siamo obbligati a scoprire i nostri talenti? Forse non è un obbligo, ma è certamente un privilegio e una benedizione. Scoprire e coltivare i nostri talenti ci permette di vivere una vita piena di significato, di contribuire al mondo in un modo che solo noi possiamo fare e di lasciare un’impronta duratura.
Per quale motivo? Perché quando viviamo in sintonia con i nostri talenti, non solo troviamo gioia e soddisfazione, ma arricchiamo anche la vita delle persone intorno a noi. Il mondo ha bisogno dei tuoi talenti unici.
E se non li scopriamo? Rischi di vivere una vita di rimpianti, di domande non risposte e di potenziale inespresso. Se scegli di nascondere o ignorare il tuo talento, come il terzo servo, potresti perdere l’opportunità di vivere la vita al suo massimo potenziale.
Quindi, ti invito a scavare profondamente, a cercare con passione e a liberare il tesoro che è dentro di te. Ricorda: il mondo ha bisogno di te e dei tuoi talenti unici. Non negarti la magia di vivere una vita in cui i tuoi talenti brillano. E non negare al mondo la meraviglia di ciò che puoi offrire.
Riconoscere e cancellare ogni condizionamento: la parola stessa evoca un’immagine di catene invisibili che ci legano, controllando ogni movimento, ogni pensiero e, in definitiva, ogni azione. Sono insidiosi, spesso nascosti nelle pieghe della nostra psiche, ereditati da generazioni precedenti, inculcati dalla società e accettati, a volte inconsciamente, come verità indiscutibili.
Ma fermati un attimo.
Immagina un mondo in cui puoi vedere queste catene per quello che sono realmente: costruzioni artificiali. Immagina di avere la chiave per spezzarle e liberarti.
I condizionamenti, come ben hai detto, provengono da molteplici fonti: dalla manipolazione mediatica, dall’educazione ricevuta, dai modelli sociali che ci vengono imposti. E sono potentissimi. Hanno l’abilità di modellare le nostre percezioni, determinare i nostri valori e dettare i nostri comportamenti.
Ma il potere più grande che hanno è quello che gli diamo noi. Ebbene sì, siamo sempre noi i responsabili. Questa realizzazione, benché inizialmente spaventosa, è in realtà una liberazione. Perché se noi siamo la causa, allora abbiamo anche la soluzione.
La battaglia inizia con la conoscenza.
Riconoscere un condizionamento è il primo passo per disinnescarlo. Questo richiede una profonda introspezione, un viaggio all’interno di sé stessi, armati di coraggio e determinazione. Bisogna scavare nelle nostre zone buie, nelle nostre paure e nei nostri complessi, sfidare ogni credenza, ogni “verità” che ci è stata inculcata.
Sì, l’attrito è inevitabile.
Andare contro la corrente, sfidare il sistema, mettere in discussione ciò che ci è stato insegnato richiede energia e determinazione. Ma la ricompensa? È la libertà. È il potere di determinare chi sei veramente, senza le influenze esterne, senza le voci nascoste che ti dicono cosa fare, cosa pensare, come vivere.
Ogni catena che rompi, ogni condizionamento che superi, ti rende più forte, più lucido, più vero. La tua energia cresce, non più dissipata in lotta con queste forze invisibili, ma canalizzata verso la creazione della vita che desideri veramente.
Sfida te stesso. Immergiti nella profondità della tua anima, affronta i tuoi demoni, rompi le catene e rivendica la tua vera essenza. Perché solo quando sei veramente libero, puoi scoprire l’immensità del tuo potere e della tua potenzialità. E il mondo, con tutte le sue catene e i suoi condizionamenti, non potrà più tenerti fermo.
Riconoscere e superare ogni trauma: I traumi, quei momenti di intensa sofferenza ed emozione, sono tasselli del nostro mosaico interiore. Ognuno di noi, in momenti diversi della vita, ha incontrato situazioni traumatiche, alcune grandi e altre apparentemente piccole, ma comunque incisive. Questi eventi, come cicatrici invisibili, segnano il tessuto dell’anima, rimanendo impressi nella nostra memoria e influenzando il nostro modo di vivere.
Si dice che il trauma sia una scelta. In effetti, in ogni situazione difficile, decidiamo, consciamente o no, come reagire, come sentire e come elaborare quel momento. Non si tratta necessariamente di una scelta cosciente; spesso, è una reazione istintiva, frutto di anni di condizionamenti, esperienze passate e meccanismi di difesa.
Quando i traumi non sono affrontati e risolti, essi diventano come ombre nascoste nei recessi della mente, manifestandosi in comportamenti, paure e convinzioni limitanti. Si insinuano nella nostra quotidianità, influenzando le decisioni che prendiamo, le persone che scegliamo di avere al nostro fianco, e persino il modo in cui ci percepiamo.
Ma qui risiede l’argento vivo del trauma: se affrontato e compreso, può diventare un potente strumento di autoscoperta. Può svelare parti di noi che non sapevamo esistessero, forze interne che non avevamo mai considerato, vulnerabilità che una volta riconosciute possono trasformarsi in punti di forza.
Il lavoro sul trauma è un viaggio, spesso difficile e doloroso, ma essenziale. Richiede coraggio, onestà e la volontà di immergersi nelle acque talvolta turbolente del nostro passato. Ma con il giusto sostegno, strumenti e determinazione, è possibile navigare attraverso queste acque e trovare la via della guarigione.
Una cosa che è fondamentale ricordare è che non siamo soli in questo viaggio. Terapisti esperti, gruppi di supporto e persone care possono offrire un aiuto inestimabile, fornendo la comprensione, la guida e il sostegno necessari per affrontare e superare i traumi.
Inoltre, mentre il trauma può avere profonde radici nell’infanzia, non è mai troppo tardi per affrontarlo. La neuroplasticità, la capacità del cervello di ristrutturarsi e formare nuove connessioni, ci assicura che possiamo sempre imparare, crescere e guarire, indipendentemente dall’età o dal momento della vita in cui ci troviamo.
Il trauma può essere sia un nemico silente che un maestro.
La scelta di come lo percepiamo e come lo affrontiamo è nostra.
E mentre il percorso può essere impervio, la trasformazione e la crescita che ne derivano sono doni inestimabili, che ci permettono di abbracciare pienamente chi siamo e di vivere una vita autentica e significativa.
Conoscenza: non il mero accumulo di fatti e cifre, ma l’approfondita comprensione dell’essenza stessa della vita. Una conoscenza che non può essere semplicemente trasmessa attraverso le pagine di un libro o le parole di un insegnante, ma che deve essere vissuta, assaporata e sperimentata in prima persona.
Molti si fermano al sapere superficiale, accontentandosi di ciò che viene propinato alle masse, delle verità preconfezionate. Ma la vera conoscenza, quella sapienziale, va oltre. È una sete insaziabile di comprensione, una passione ardente per scoprire ciò che giace al di là del velo dell’ovvio.
Questa conoscenza profonda non è un lusso, ma un dovere. Un atto d’amore verso sé stessi. È attraverso questa incessante ricerca di comprensione che ci connettiamo veramente con la nostra anima. Grazie a questa scopriamo il nostro potenziale nascosto e impariamo a trascendere i limiti che ci siamo imposti o che la società ci ha dato.
Sì, si impara facendo.
La teoria senza pratica è come un uccello senza ali; può avere il potenziale di volare, ma rimane ancorato a terra. E così, la vera conoscenza richiede azione, sperimentazione e, spesso, il coraggio di cadere e rialzarsi.
Ma c’è di più.
Questa conoscenza profonda non è solo per noi. Quando eleviamo noi stessi attraverso una comprensione più profonda, eleviamo anche quelli intorno a noi. La luce della vera sapienza illumina non solo il nostro cammino, ma anche quello di coloro che ci circondano.
E mentre la strada verso questa conoscenza superiore può essere tortuosa, piena di ostacoli e sfide, è anche una strada costellata di rivelazioni, illuminazioni e una profonda gioia interiore.
Non accontentarti della superficialità. Abbi il coraggio di scavare più in profondità, di metterti in gioco, di vivere veramente. Perché la vera conoscenza, quella che tocca l’anima e trasforma la vita, è lì, pronta ad essere scoperta da chi è abbastanza audace da cercarla. E in questo viaggio, ti renderai conto che non stai solo acquisendo sapienza, ma stai anche diventando saggio. E in questo processo, troverai non solo la verità sul mondo, ma, più profondamente, la verità su te stesso.
Se paragoni le due impostazioni potrai vedere che al mia viene nettamente prima dell’altra.
Senza la ricerca della Motivazione Suprema, il resto rimane vuota ripetizione.
Mentre le luci abbaglianti del coaching moderno possono facilmente distogliere l’attenzione, esiste una fonte di motivazione che supera qualsiasi promessa preconfezionata o soluzione rapida: la tua unicità. Sì, proprio tu. La combinazione irripetibile di esperienze, talenti, aspirazioni e passioni che definiscono chi sei.
In un mondo in cui ci viene costantemente detto di conformarci, di adeguarci e di adattarci a modelli predefiniti, la vera sfida – e il vero potere – risiede nel riconoscere e abbracciare ciò che ci rende diversi.
Questa è la Motivazione Suprema.
Non si tratta di emulare il successo di qualcun altro o di seguire una formula standard, ma di intraprendere un viaggio alla scoperta di ciò che ci rende autentici.
Immagina un mondo in cui ognuno di noi fosse guidato non da ciò che gli altri pensano sia giusto, ma dalla propria, autentica visione.
Dove la motivazione non deriva dalla necessità di eguagliare o superare gli altri, ma dalla sete di esprimere la propria verità, di realizzare il proprio potenziale e di portare al mondo qualcosa di unico e irripetibile.
Ecco la cosa straordinaria: quella fonte inesauribile di ispirazione e forza risiede già dentro di te. È la tua essenza, il tuo DNA spirituale, e attende solo di essere riconosciuto e liberato.
Dunque, invece di cercare fuori, guardiamo dentro.
Al di là delle promesse seducenti e delle formule magiche, c’è un universo intero di possibilità che aspetta di essere esplorato, e tutto comincia con il riconoscere e celebrare ciò che ti rende specifico.
La tua unicità non è solo la tua vera fonte di motivazione; è anche il dono più grande che puoi offrire al mondo.
Allora, ti sfido.
Oltrepassa il rumore esterno, le voci discordanti e le luci abbaglianti delle offerte “troppo belle per essere vere”. Trova la tua Motivazione Suprema nell’unicità che porta il tuo nome. E quando la scopri, abbracciala, perché essa è la tua vera bussola verso una vita di significato, impatto e realizzazione autentica.
Adesso conosci. A te la scelta.
Maurizio Fani