I 9 STEP DEL “DIVIENI TE STESSO“
Per un rinascimento spirituale e culturale dell’Umanità

INSODDISFAZIONE COSTRUTTIVA, RIFLESSIONE E DESIDERIO
DESIDERIO
Prima di parlare di desiderio bisogna toccare con mano le sbarre invisibile della propria prigione. La maggioranza fa finta che tutto va bene. Si convince che la vita che sta vivendo sia la migliore possibile e che non esista alcuna alternativa.
Fingono con se stessi.
So bene che è un atteggiamento ipocrita ma hanno barattato un minimo d’illusoria sicurezza con l’immensità della loro anima e alla fine la vita presenta sempre il conto di quanto non hai fatto per te stesso, di quanto non hai amato, di quanto non hai vissuto. Purtroppo si comprende in ritardo, quando l’esistenza volge al termine e non hai più alcuna possibilità di recuperare il tempo perduto invano.
Questo momento io lo chiamo “insoddisfazione costruttiva”, prendere coscienza che esiste qualcosa che t’imprigiona, è il primo passo per uscire dalla cella. Non si tratta di imprecare, di arrabbiarsi o di incolpare qualcuno o, peggio ancora, se stessi. No. Questo stato è la migliore condizione che predispone alla riflessione interiore.
È il momento di chiedersi:
«Che cosa voglio fare della mia vita?»
«Che cosa mi piace veramente?»
«Quale azione farei anche senza essere pagato?»
«Qual è l’attività che mentre la faccio il tempo passa velocemente ed io non me ne accorgo?»
Dalle risposte che darai a queste poche e semplici domande, inizia il tuo meraviglioso percorso di crescita. Solo tuo, tutto tuo, unico come te.
A questo punto compare il desiderio. Ciò che ti spinge ad accogliere il tuo desiderio è qualcosa che tu vuoi raggiungere a tutti i costi. Un’urgenza interiore che non si placa. Fai bene! Prima però ti avverto che bisogna imparare a sviluppare i giusti desideri. E che i desideri siano veramente tali e soprattutto tuoi. Lontano mille miglia dalla logica semplicistica di una vasta psicologia popolare d’oltreoceano tanto amata quanto ingannevole, che ti racconta che puoi desiderare tutto ciò che vuoi e che con poco sforzo lo otterrai sicuramente. Non è vero! Non funziona così la vita.
Tu puoi desiderare solo ciò che è coerente col tuo percorso evolutivo, col tuo “Progetto di Natura”, con la tua essenza, col tuo Punto Zero. Io non saprei che cosa farne di una Ferrari. Bellissima automobile ma per me assolutamente inutile. Investire energia per averla sarebbe fatica sprecata e propellente tolto a qualche attività più meritevole. Ti ricordo che se vuoi risultati seri devi sviluppare impegno, determinazione, fiducia in te stesso. Aggiungi a queste qualità l’obbligo di acquisire conoscenze. Studia, leggi, ricerca, indaga, vai a fondo nelle cose e non ti basare sul “sentito dire” oppure sulla frase “l’ha detto la televisione”. Metti in dubbio tutto e verifica sempre se le cose stanno realmente come gli altri dicono. Solo allora ogni obiettivo che veramente vuoi raggiungere per migliorarti diventa fondamentale.
Recuperare e mantenere salute e forma fisica, cambiare delle abitudini dannose e trasformarle in abilità personali, smettere di perdere denaro, passare un esame, raggiungere un traguardo professionale, risolvere dei conflitti, evitare relazioni parassitarie, costruire valide relazioni affettive, apprendere strumenti potenti e innovativi, conoscere chi sei. Sono tutti obiettivi intelligenti che hai il dovere di perseguire ogni istante.
MODIFICA LA TUA VISIONE E AGISCI
La prima azione è di mutare prospettiva e interpretazione della realtà attraverso la lettura dei miei libri, dei miei post, e i miei video.
La visione si costruisce avendo ben presenti due componenti essenziali:
- Che cosa vogliamo ottenere.
- Gli ostacoli che possono esserci.
Come vedi non ho parlato ancora di obiettivi. Questo perché gli ostacoli sono molti più di quello che comunemente si crede. Quelli più duri da superare hanno origine interiore. Sono dei meccanismi che vanno ben oltre le credenze limitanti da tutti sbandierati come le uniche entità problematiche. La situazione è ben più complessa.
Da una parte abbiamo la parte più vera di ognuno di noi che io chiamo “Punto Zero” costituito dall’anima + lo spirito. Qui è condensato il tuo “Progetto di Natura” che però devi portare a compimento.
Dall’altra abbiamo una serie di situazioni che si addensano e strutturano sopra il Punto Zero fino a farlo sparire dalla vista del soggetto. Lo occultano volontariamente per usare l’essere umano per soddisfare interessi che non gli sono propri ma alieni a lui.
Se non hai certe conoscenze, immancabilmente cadrai nelle mille trappole nelle quali affoga la massa. Fino a quando tu resterai “massa”, non avrai mai la possibilità di essere te stesso.
La vita esige una presa di coscienza e un atto di dichiarazione da parte tua di voler vivere la tua vita per come sei stato progettato dalla natura e non per come altri pretendono in nome delle morali, delle tradizioni, delle religioni, del “si è sempre fatto così”. Tu sei diverso da ogni altro. Sei unico. Quello che va bene per me può non essere altrettanto efficace per te. Solo tu puoi scoprire la tua strada. Prima o poi dovrai dire “no”. Così è nata la filosofia, quando l’uomo ha pronunciato il suo primo no.
La vita è un percorso che ognuno deve tracciare da solo. Seguire un altro non ti porterà mai a casa tua.
Al massimo puoi trovare qualcuno che ti mette a conoscenza della propria esperienza, come sto facendo io. T’indicherò orizzonti dove scrutare. Mai potrò dirti che cosa devi fare. La vera conoscenza è un processo da dentro a fuori e non il contrario. Studia, leggi, ascolta le esperienze di chi è già passato prima d te attraverso certe esperienze, e poi falle decantare al tuo interno. Riemergeranno come tue scoperte. Solo allora potrai affermare di avere quella conoscenza, non prima.
Solo in questo modo la frase “non posso” non ha più senso.
Se quello che vuoi fare ti appartiene perché fa parte del tuo compito esistenziale, lo potrai realizzare certamente. Ripeto con impegno, devozione, amore, conoscenza e tanta azione intelligente, ci riuscirai.
L’azione è indispensabile. Prima si “fa” e poi si comprende. Mai il contrario!
L’impossibile è il possibile che ancora non è accaduto.
IL MECCANISMO OMOLOGANTE
Si tratta del condizionamento più pesante al quale siamo sottoposti.
Molto simile a un tritacarne che raccoglie tutta la realtà e la fa uscire attraverso la sua griglia, il suo vaglio, sempre uguale, senza mai tenere conto della specificità di ogni essere umano. Lui partorisce sempre gli stessi èercorsi, senza sosta. Come fosse una griglia che lascia passare alla coscienza solo quello che lui decide e non altro.
Non lo sappiamo, nessuno ce ne ha mai parlato ma esso esiste.
Tutti i grandi saggi ne hanno parlato. Da Platone a Steiner, per giungere a Gurdijeff. Ha una doppia funzione.À
La prima è di deviare continuamente l’umano da se stesso. Ci ripropone sempre le immagini complessuali che attanagliano l’intera umanità. Vuole portarci a commettere sempre degli errori con noi stessi. Ci fornisce sempre quello che occorre ai nostri punti critici perché prendano il sopravvento su di noi.
È il primo responsabile del comportamento automatico degli esseri umani. Esci per strada, osserva le persone. Guarda come si muovono, come camminano come si rapportano tra di loro. Ascolta le conversazioni, quasi sempre banali e vuote come i dialoghi forzati che si fanno in ascensore. Tutti si lamentano ma quasi nessuno agisce per cambiare le cose.
Guarda come le persone sono già preorientate nei pensieri e nei comportamenti. Se non vuoi vedere queste cose fai pure. Ciò non significa che non esistono. Quando ho iniziato a scoprire questa realtà sono stato male per qualche mese. Non volevo credere a questa realtà ma essa prepotentemente irruppe nei miei sudi, nei miei pensieri e nelle mie riflessioni.
Fu una scoperta sconvolgente ma anche bellissima.
Perché?
Semplice. Questa realtà non è cancellabile. Non è possibile farla scomparire o toglierla definitivamente. La possiamo solamente controllare, senza farci mai anticipare. Se siamo bravi, allora questa realtà perde la sua fama oscura per trasformarsi nel più potente meccanismo evolutivo che abbiamo a disposizione.
Questa è la bella notizia. Se impariamo a conoscerlo noi possiamo fare salti in avanti enormi.
Possiamo scegliere come guardare il mondo:
- Un manicomio pieno di psicopatici criminali cronici in cui lamentarsi ogni singolo istante dell’esistenza.
- Una palestra dove allenarsi per superare la mediocrità e la meccanicità e avviarci alla realizzazione di noi stessi.
La stessa differenza tra re-agire e agire, tra comportamento meccanico e consapevole.
Questo meccanismo è stato notato dai più intelligenti e replicato facendo in modo che i beneficiari fossero chi gestisce il potere.
Così si è trasformato in Dominio.
IL DOMINIO
Il Dominio corrisponde all’esercizio del potere attraverso la manipolazione, la violenza e la censura, in un determinato luogo relativo alla popolazione che lo abita. Quindi un potere che non si avvale del rispetto degli altri, dell’equità e della giustizia ma sostanzialmente si fonda sull’inganno, sull’inganno e la corruzione per salvaguardare il privilegio di pochi a scapito della collettività.
Questa situazione ha origini antichissime. Storici, scienziati e ricercatori di varie discipline parlano del 10000 .C., periodo in cui l’uomo ha iniziato a diventare stanziale, con le coltivazioni e gli allevamenti. Passaggio dal Paleolitico al Neolitico.
Il potere di allora doveva risolvere un problema emergente molto importante: convincere le persone a lavorare per un altro e non per se stesse. Il potere per raggiungere quest’obiettivo utilizzò l’invenzione della proprietà che dette inizio alla guerra, necessaria per acquisire o difendere i beni. A questo punto mancava l’ultimo tassello: l’eliminazione della forza spirituale di ogni essere umano. Chi gestiva il potere si era accorto che le persone quando erano private della propria trascendenza erano molto più deboli e vulnerabili. Fu inventata la religione, gestita sempre dal potere che d’ora in poi chiamerò Dominio, che divise gli esseri umani in iniziati e profani. Gli iniziati stavano dentro il tempio e avevano certe conoscenze, i profani invece sostavano fuori in attesa di ricevere lumi dagli iniziati. Fu inventata la mediazione tra l’essere umano e il divino, gestita dai saggi di turno, sacerdoti, sovrani, ecc. Il principio che ne venne fuori fu questo: «Tu, non sei come me (iniziato), non puoi parlare col Divino, mentre io che sono il sacerdote (re, sovrano, sapiente, mago) posso».
In cambio era richiesta l’obbedienza assoluta, pena l’emarginazione dal gruppo o l’eliminazione fisica.
Questa è in estrema sintesi la storia dell’inizio della civilizzazione, dove pochi “prenditori” hanno letteralmente “rapinato” l’umanità del loro bene più prezioso: se stessi. Hanno reciso quel legame con l’Essere che dona, forza, libertà e prospettiva all’essere umano, riducendolo a cosa tra le cose. L’embrione del concetto di “massa”.
Il Dominio impiega gli stessi strumenti del Meccanismo Omologante con la sola differenza che è lui il beneficiario. Anche lui si avvale dei miti, degli archetipi, dei simboli e degli stereotipi.
Utilizza le stesse immagini alle quali gli esseri umani erano già abituati.
LE EGGREGORE
Le Eggregore sono dette anche forme pensiero. Riguardano sia la persona singola sia più persone collegate tra loro da scopi, interessi e principi.
I pensieri di più persone col ripetersi dell’esperienza tendono a creare una entità che trae forza dai singoli partecipanti e ha il compito di difendere il gruppo da chiunque sia in disaccordo con esso. Più sono i partecipanti, maggiore sarà la forza dell’Eggregora.
Questa entità a un certo punto assume vita autonoma e aggiunge un’altra potente funzione: quella di manomettere la psiche sia dei suoi creatori, sia di quelli che per qualunque tipo di motivo non sono in accordo con essa.
Questo fenomeno lo possiamo osservare molto bene nelle sette religiose e nei gruppi di fanatici di qualsiasi origine.
Bisogna conoscere questi meccanismi per potersi sottrarre. Tutti noi siamo vittime di Eggregore. La famiglia è un’Eggregora, così come la religione, la squadra di calcio, il club della poesia, la bocciofila di paese, i tifosi allo stadio. Fino a giungere alla coppia, dove anche lì la possiamo trovare.
L’Eggregora si rafforza con la ripetizione, la ritualità e i sacrifici.
L’ideale sarebbe quello di non farne parte mai se non della propria. Per ottenere questo è necessario essere molto centrati su se stessi e stare attenti 24 h no stop a non commettere atti “contro di noi”.
Amare se stessi, conoscersi, realizzarsi, evitare compagnie tossiche e frequentare invece persone con le quali miglioriamo sono le principali azioni da incentivare.
IL PUNTO ZERO E L’IO-STORICO
I
STIAMO AFFRONTANDO I LIVELLI PIù PROFONDI E SOTTILI DELL’ESSERE UMANO.
Il Punto Zero è una convenzione per identificare il momento esatto di quando è iniziato il nostro concepimento. Il preciso istante in cui due cellule si sono unite per avviare il nostro “Progetto di Natura” è caratterizzato da un aspetto animico e spirituale. In sostanza si tratta di tutte le caratteristiche che ci differenziano da ogni altro individuo.
Prima abbiamo visto i tre principali ostacoli: il Meccanismo Omologante, il Dominio e le Eggregore. Ne esistono anche altri minori ma i principali sono questi. Adesso invece abbiamo a che fare con la parte evolutiva di cui dobbiamo avere la massima cura. Noi siamo solo questa cosa qui e dobbiamo proteggerla e mai svenderla. La combinazione anima + spirito ci permette di portare a compimento le esperienze che abbiamo deciso di compiere in questa vita su questo pianeta. Una specie di scuola, di palestra dove acquisire consapevolezza e, se possibile, riunificare la dualità che questo mondo continuamente ci propone.
Queste sono le forze proprie dell’Essere e della vita. Le altre sono forze antagoniste che non vogliono la nostra riuscita.
Le forze ostacolanti si frappongono tra la nostra essenza costituita dal Punto Zero e l’Io-Storico che è il mediatore di realtà che possediamo. L’Io-Storico decide che cosa fare e come agire.
Adesso se queste forze ostacolanti si frappongono l’Io-Storico non prenderà più ordini dalla nostra parte più vera ma da altre fonti le quali non hanno assolutamente a cuore la nostra esistenza.
È assolutamente necessario recuperare questa parte essenziale e profonda di noi stessi attraverso la conoscenza di chi siamo per agire solo in base ai suoi dettami. Noi abbiamo l’assoluta esigenza di essere sempre coerenti con la nostra anima e il nostro spirito, pena la perdita esistenziale.
IL MIO METODO SI FONDA SULLE IMMAGINI
Esistono vari motivi per cui il mio metodo prevede l’utilizzo delle immagini.
L’apprendimento è un processo attivo, in cui deve agire innanzitutto chi impara. Chi cerca di rendere gli altri parteciopi della propria esperienza (il docente) deve affrontare una grande sfida: saper restare in secondo piano, il suo compito primario è di guidare i processi di apprendimento, sostenere la persona che impara, attivarne le capacità per consentirgli di ricordare il più possibile.
Escludendo i seminari e gli incontri dove manca la sostanza ma esiste solo una forte carica persuasiva come in tanti incontri di presunti guru, esporre una serie di concetti importanti, alle volte anche complessi, non si presta a una immediata comprensione. Puoi essere bravo e simpatico quanto vuoi ma il processo di apprendimento, diverso per ognuno, ha le sue esigenze.
Ho sempre ricercato un elemento che mi aiutasse nell’entrare ancora più nell’intimo delle persone che desideravano realmente migliorare se stesse e che erano disposte a compiere sforzi e sacrifici.
Le immagini sostengono il processo attivo dell’apprendimento. Precisano la formulazione verbale e contribuiscono ad evitare malintesi.
La contemporanea assunzione di informazioni tramite canali cognitivi diversi (occhi e orecchie) è inoltre più efficiente. Se poi aggiungiamo anche il moviemnto il risultato sarà ancora più interessante.
Al centro del processo si apprendimento si vengono a trovare gli allievi. Il mio invito è quello dell’osservazione attiva (guardare, vedere, descrivere, formulare, interpretare, ricondurre alla propria esperienza e infine, comprendere. Chi guarda spesso non vede. Già questo è un grande passo in avanti. Rendersi conto di ciò che stai osservano ti rende consapevole del mondo che ti circonda.
Il processo è il seguente:
– spiegazione dei concetti;
– dimostrazione dei concetti col film, quadro, statua, sogno, ecc.;
– coinvolgimento emotivo persona/concetti;
– aggancio dei concetti alla propria storia;
– diventare consapevoli dei concetti come agiscono dentro di te e quindi di te stesso.
Spesso s’impara osservando. Nel caso di un film siamo di fronte a uno spaccato di vita. Nel film noi ci identifichiamo con il protagonista. In qualche modo quel personaggio diventa il nostro avatar e per questo siamo disposti a lasciarci andare alle emozioni che arriveranno.
Se il film ci coinvolgerà noi vivreno delle emozioni che saranno la base della nostra comprensione. Perché non siamo solo noi a guardare il film ma è lui che guarda dentro di noi andando a scovare tutte le nostre
LA FORZA DELLE IMMAGINI RISPETTO ALLA PAROLA
- Le immagini si ricordano meglio delle parole
- Le immagini creano una “empatia” maggiore in chi le osserva.
- L’83% della conoscenza umana deriva dal vedere, memorizzare e imparare a conoscere la realtà.
- Circa il 65% della popolazione impara prevalentemente in modo visivo.
- L’uomo preistorico non conosceva la scrittura. Anche le parole erano molto limitate. Doveva orizzontarsi con la memoria e con la visione di luoghi, animali, situazioni. Le informazioni più importanti per sopravvivere che abbiamo dovute imparare non sono state quelle verbali.
- Unire più canali sensoriali aumenta la comprensione dei concetti. Questo è l’unico metodo di crescita personale che prevede l’interpretazione delle immagini fino ad ottenere la “visione simbolica”, cioè sviluppare la capacità di entrare dentro alle immagini e andare oltre l’apparenza per giungere alla sostanza. Ciò che è.
più scopi.
STRUMENTI DI ANALISI, VERIFICA E CONTROLLO
Come possiamo analizzare, verificare e controllare se stiamo facendo bene per noi stessi?
Esistono molti strumenti per fare questo.
Ecco i principali:
- I RISULTATI – La bontà dell’albero si vede dai suoi frutti. I risultati dicono moltissimo.
- L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI – Questa è un’altra potentissima arma che abbiamo per capire dove stiamo sbagliando, se non abbiamo notato una certa opportunità, chi ci sta danneggiando. Ma soprattutto quasi sempre all’interno del sogno esiste anche la soluzione.
- LA VISIONE DEI FILM – le immagini dei film entrano dentro di noi e si accoppiano con quelle che noi già possediamo in modo speculare o complementare. In questo modo generano sensazioni cui noi imponiamo il nome di emozioni pur non conoscendo le cause che hanno provocato un mutamento del nostro stato d’animo. Non siamo noi che guardiamo il film ma il film che ci guarda dentro e ci scandaglia fino al punto da far emergere tutto quello che era occultato nell’inconscio.
- ANALISI DELLE IMMAGINI E DEI SIMBOLI – Abilità molto importante poiché permette la lettura istantanea delle situazioni. Quest’abilità rafforzata con la dedizione consente la nascita della “VISIONE SIMBOLICA”, in cui non sono più le parole scritte o dette a fare da padroni ma le interpretazioni delle immagini che abbiamo imparato a fare.
- LA MEDITAZIONE CON LE IMMAGINI – Altra tecnica formidabile per indagare l’andamento delle situazioni. In una situazione di raccoglimento e rilassatezza si comincia da una situazione che ci interessa e si guarda che cosa compare di fronte ai nostri occhi chiusi. Non è immaginazione ma un tipo di visione assai diversa da quella da svegli.
- PROPRIOCEZIONE e INTEROCEZIONE – Noi possediamo tre cervelli. Il primo è il cervello racchiuso nella scatola cranica, il secondo è riposto nell’intestino e il terzo nel cuore. Il primo cervello non conta molto poiché viene sempre anticipato dal Meccanismo Omologante e dal Dominio. La propriocezione (nota anche come cinestesia) è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista. È considerata un sesto senso in quanto è regolata da una parte specifica del cervello. La propriocezione è presente già nel feto di sette mesi, che comincia a distinguere gli stimoli esterni da quelli interni. La percezione interna dei nostri visceri viene invece chiamata interocezione. Questa parte invece non può essere anticipata dal Meccanismo Omologante e quindi deve essere sviluppata al massimo livello. Ti è mai capitato di avvertire un pugno allo stomaco mentre ti prospettavano qualcosa? Ecco quella è la sensazione da ascoltare.
- LE COINCIDENZE SIGNIFICATIVE – Nulla avviene per caso e tutto ciò che ci capita ha sempre una spiegazione. Porre la massima attenzione su ogni evento, ogni cambiamento e ogni persona che incontriamo serve per collegare i tanti puntini tra di loro e riuscire a capire il disegno che sta all’origine.
- I FALLIMENTI – Sono importantissimi. Intanto non sono delle disfatte ma dei risultati inattesi e non voluti (almeno in apparenza). Poi essi sono l’ottava più bassa della scoperta. Un fallimento c’insegna moltissimo e parla di noi come nient’altro.
Ognuno di questi richiede molto studio e attenzione oltre all’inevitabile pratica personale.