Con questo post inauguro una serie di “consigli in pillole” che provengono dai molti anni di esperienza clinica che ho alle spalle.
Gli “errori” delle persone alla fine sono sempre gli stessi e in poche righe, con linguaggio semplice, mi piace offrire suggerimenti per vivere meglio, più serenamente con maggiori risultati positivi.
Il “Grillo-parlante” è uno dei più geniali personaggi nel racconto di Pinocchio” di Carlo Collodi, e assume un ruolo altamente simbolico poiché raffigura la voce dell’ANIMA che “parla” al cuore dell’uomo che ancora non si sa. Molti pensano che parli alla coscienza ma se esistesse la coscienza, il grillo non avrebbe bisogno di parlare. Lui parla proprio perché la persona NON HA SVILUPPATO ANCORA LA COSCIENZA NECESSARIA.
La sua voce si fa sentire quando non si vuole ascoltare perché dice cose sgradevoli. Il Grillo critica i pensieri e i comportamenti di Pinocchio, ma è pure così fragile da poter essere subito zittito.
Siamo liberi di decidere anche contro di essa e contro il nostro bene.
Come il Grillo-parlante, anche la voce dell’ANIMA può essere zittita E annullata per sempre.
Naturalmente questo creerà sofferenza e dolore. Il loro compito è proprio quello di stimolare la comprensione.
Sviluppare la propria consapevolezza è un dovere per ogni essere umano.
LETTERA INDIRIZZATA A SANDRA
Carissima Sandra,
ho visto con quanta cura accudisci il tuo piccolo bambino.
Ciò è meraviglioso.
Altrettanto osservo come segui il tuo uomo. Lui è sempre molto occupato in tante attività, non ho capito se fa l’artigiano o il libero professionista, sta di fatto che per un motivo o per l’altro non ha molto tempo libero.
Inoltre pratica uno sport che richiede allenamento continuo, presenza ed efficienza. Per il suo lavoro deve anche aggiornarsi, leggere, studiare, incontrare persone.
In sostanza è una bella persona, attiva che ha cura di sé.
Complimenti per la scelta.
Ma dimmi… tu che cosa fai per te?
Oltre ad aspettarlo, tu come vivi, dove cresci?
Ah capisco, non hai tempo… lo immaginavo.
Allora ascoltami per favore, io capisco perfettamente che tu ami il tuo bambino e il tuo uomo.
Questa è una bella cosa, anzi bellissima.
Ma non basta.
Manca l’ingrediente principale: tu.
Vedi Sandra, avere cura di un figlio o di un uomo (marito, fidanzato, amante che sia) non è tutto nella vita, anzi è poco.
Eh sì, mia piccola, sai io vedo le cose da un’altra ottica, molto più alta e soprattutto sono il guardiano della tua anima.
In questo momento sta soffrendo perché non ti accorgi della sua esistenza.
Ed io sono qui, in veste di tuo grillo parlante personale, per spiegarti dove stai sbagliando.
Il mito che la donna deve fare per forza dei figli per sentirti realizzata è una bufala colossale. La grandezza di una donna e della sua femminilità non può in alcun modo essere contenuta da una maternità.
Un figlio è una grazia in più che si può decidere di avere o no, ma sempre e solo dopo che tu avrai fatto nascere te stessa. Non prima.
Ti hanno raccontato che la nascita corrisponde a quel momento in cui vieni al mondo, esci dal grembo di tua madre, e inizi a respirare questo pianeta.
Ma non è vero.
Quello è solo l’inizio di una struttura biologica che poco o nulla ha a che vedere con la tua consapevolezza.
La vera nascita si ha quando, dopo aver deciso di amare se stesse, cominciamo a conoscerci e a correggere gli sbagli del passato, a togliere le tante incrostazioni che inevitabilmente abbiamo lasciato depositare sopra la nostra più intima verità.
Ecco che, dopo aver iniziato il proprio sentiero di luce, avere un figlio potrà rappresentare una cosa bella, veramente sentita in tutta la sua grandezza.
Ma se prima non vivi la tua nascita e la tua crescita come puoi solo pensare di poter far nascere e crescere un’altra creatura?
Pensaci bene, ma non schiacciarmi, aspetta un attimo, fammi finire.
Il tuo bambino ha bisogno di una madre soddisfatta, contenta di sé e felice di esistere.
Non ha assoluta necessità di avere accanto una madre premurosa ma frustrata, non la vuole perché sa che gli farebbe del male.
Eh sì Sandra, che tu lo voglia o meno, se tu non dai da mangiare alla tua crescita, inesorabilmente cadrai in frustrazione e questo genererà sempre una psicologia negativa.
Che cosa vuol dire?
Te lo spiego subito. Significa che la tua rinuncia a vivere la comunicherai all’esterno, in primo luogo al tuo bambino e poi anche al tuo uomo.
Uomo che si dimostra molto attento e che, alla fine, si stancherà di avere accanto una donna “che lo aspetta” ma che non crea nulla di bello per se stessa da ammirare.
Ascoltami, la scarsità di tempo è un alibi. Te la stai raccontando.
Oggi con internet hai a disposizione l’intero scibile umano. Mai come in questa epoca l’uomo può crescere in modo assolutamente economico.
Comincia dedicarti un po’ di tempo ogni giorno, con metodo e disciplina.
Inizia a impegnarti per te stessa, poniti degli obiettivi sempre più intriganti.
Scruta i tuoi sogni e penetra il loro grandioso significato.
E qualche volta chiedi al tuo uomo di guardare il bambino perché tu hai da fare per te.
Se vuole il tuo bene, ne sarà entusiasta.
E anch’io.
Tuo figlio ti ringrazierà del dono che gli farai.
Ti abbraccio
Il tuo grillo parlante