1.LA COMUNIONE
2. LA FUSIONE
3. COME USCIRE DALLA FUSIONALITÀ
Generalmente le persone sono portate a credere che due persone che vivono lo stare insieme in maniera fusionale corrisponda alla realizzazione pratica dell’amore. Il vero amore. Ma così non è. Inoltre è facile scambiare la comunione fra due persone come fosse una fusione. La famosa coppia simbiotica.
Le differenze son0o abissali.
1) LA COMUNIONE
La comunione rappresenta quel fenomeno in cui due persone prima hanno deciso di Essere e di entrare in comunione con la propria Anima e di conseguenza con l’Essere, successivamente decidono di condividere il “viaggio” verso l’essenza di se stessi con il partner.
Mettono in comunione una già pre-esistente comunione con la propria Anima con l’altro. Insieme dovranno impedirsi l’errore contro il proprio progetto di natura, rafforzarsi nella conoscenza e nella esperienza e amplificare la coscienza vicendevolmente, cioè rendere il “viaggio” profittevole al massimo. Nella comunione l’unione si basa su due individualità che amano e cercano se stesse, e di questo sono soddisfatte.
Sono consapevoli del proprio compito e delle proprie qualità.
2) LA FUSIONE
Nella fusione invece le persone mescolano tutto se stesse.
Un “tutto” che non è stato mai lavorato, depurato da tutti.
Non si conoscono e vivono ancora la popolare illusione di “due cuori una capanna”. La fusione prende presto le pieghe della con-fusione tra la propria e l’altrui esistenza. Si perdono le coordinate del corretto vivere e i due soggetti esistono come fossero un unico individuo, senza più dare alcuna importanza alla propria individualità, quindi negandola.
Così facendo viene meno quell’alimentazione energetica necessaria per vivere su piani superiori. Il rapporto apparentemente è bellissimo, in realtà è un cadavere che prima o poi non mancherà di emanare cattivo odore.
La rinuncia e il sacrificio di se stessi, unite a un continuo compiacere l’altro, diventano i concetti dominanti nella relazione, spengendola poco a poco.
I termini psicologici “coppia simbiotica”, “coppia fusionale” oppure la “love addiction”, stanno a indicare una dipendenza affettiva, cioè il comportamento disadattivo caratterizzato da una forte dipendenza dal partner.
Freud in un aforisma diceva: «Quando in una coppia, i due partner sono sempre d’accordo su tutto, uno dei due sta pensando per entrambi».
È facile comprendere che se l’esistenza di una persona dipende da un’altra persona al punto che la prima rinuncia al suo modo di essere, ai suoi sogni, alla sua dignità, siamo di fronte a qualcosa che poco ha a che fare con l’amore. La reciprocità, la complicità, la progettualità dei singoli sono soppresse in sostituzione dei soli bisogni dell’altro e non su quelli condivisi.
In questo genere di coppia non c’è spazio per l’individualità di due persone.
3) COME USCIRE DALLA FUSIONALITÀ
L’unica soluzione è quella di recuperare amore e interesse per se stessi.
Non ci si annulla nell’altro ma si riesce a dire dei si a una unione intelligente e dei no quando è necessario prendere le distanze da qualcosa che ci farebbe regredire.
Non si deve mai dimenticare che il piano del “noi” è sempre un di più che poggia sue vite già soddisfatte per se stesse. Non si sta insieme per compensazione o per le proprie carenze, bensì per fare di più che singolarmente. La coppia deve essere un vantaggio per i singoli e non viceversa.
La progettualità non deve venire mai meno e ogni giorno deve essere una scoperta di qualcosa di bello. Il partner alla fine, oltre che consentirci di Essere di più, ha la grande funzione di permettere la conoscenza di sé. Noi ci conosciamo moltissimo attraverso l’interazione con l’altro, e questo accade particolarmente in un rapporto sentimentale.
E questo è davvero la cosa più meravigliosa che può accaderci.
Maurizio Fani