Capita spesso di udire affermazioni riguardo a come diventare più spirituali, a frequentare dei corsi di un noto guru, meditare secondo le sue regole, recitare i suoi mantra, e contrapporre a questa idilliaca vita spirituale la “vuota” vita lavorativa. Si considera continuamente l’aspetto spirituale opposto a quello materiale, come fossero due acerrimi nemici, e non due facce della stessa medaglia.

    L’unica strategia per sottrarsi al dominio è sviluppare l’indominabilità.

    Ho preferito usare il termine indominabile al posto di indomito perché a mio avviso rende meglio l’idea del soggiogamento da parte di una autorità che non solo “doma” l’individuo nelle sue pulsioni più vere ma anche lo considera come suddito di sua proprietà per i soli suoi scopi.

    In estrema sintesi qui di seguito elenco alcune considerazioni.

     

    1. Non esiste differenza tra spirito e materia. La materia ha con sé lo spirito che l’ha intenzionalizzata. Essa rappresenta la realizzazione spirituale nel mondo materiale. Quindi la contrapposizione tra spirito e materia è una sonora bufala. Esempio. Ogni guarigione è un’auto-guarigione spirituale che avviene con la comprensione, successivamente la conferma di questa consapevolezza si traduce in maniera concreta nella sparizione della malattia, cioè esami e consulti medici che testimoniano la diminuzione o sparizione della malattia in MODO OGGETTIVO. Chi pensa che vivere spiritualmente sia “non fare” è manipolato da un certo pensiero. Molti rincorrono l’Oriente ma queste tematiche esistono da sempre anche in Occidente e molte volte sono state formulate anche meglio.

     

    1. Essere spirituali che cosa significa? Innanzitutto Essere. Due sono le visioni dell’Essere: L’Essere è (Parmenide). L’Essere è un continuo divenire, “panta rei” (Eraclito).

    Aristotele ha coniugato i due principi con l’elaborazione dei concetti di Potenza e Atto. Potenzialmente ogni essere umano è grande ed eccezionale poi dipende da quanto si agisce, da quanto è disposto a volersi e a compiersi attraverso l’azione esistenziale.

    San Tommaso ha definitivamente chiuso il cerchio con il concetto di Essentia ed Esistenza.

    L’Essenza appartiene all’Essere che pone il principio fondante l’umano, mentre l’esistenza dell’essere umano viene necessariamente dopo con le sue decisioni e le sue azioni che dovrebbero corrispondere armoniosamente col principio dell’essenza (e non contro di esso come spesso accade).



    COSTRUIRSI FUORI PER COME SI È DENTRO.


    Il concetto di AUTOCTISI. Quindi Essere spirituali significa tutto questo: PRENDERE COSCIENZA DI CHI SIAMO, PER POI ATTUARLO NELLA VITA PRATICA. In questo modo siamo il nostro spirito, facciamo azione esistenziale CONCRETA, dimostrando e certificando che abbiamo compreso la nostra profonda natura spirituale attraverso il realizzare e non il pensare, pregare, credere, sperare, aspettare, imitare.

     

    1. Ecco che il risultato del “fare” ha un significato altamente spirituale perché se la persona ha cercato se stessa, si vedrà nelle sue opere.

    Questa si chiama CREAZIONE. Infondere il proprio spirito nella materia è il principio primo di chi crea.

     

    1. Adesso capisci che pregare, meditare, recitare, sperando di avvicinarsi al proprio spirito alla propria essenza, NON VUOL DIRE PER NIENTE ESSERE SPIRITUALI ma solamente obbedire a input manipolatori e devianti voluti da altri che non ti appartengono. Queste sono strategie messe in atto apposta per impedire la spiritualità autentica dell’umano. Un uomo vivo spiritualmente è indominabile.

    Il termine indominabile mette in risalto la forza che un individuo può raggiungere. Infatti, il dominio non può avere conoscenza di ciò che non domina e di conseguenza non può manipolarlo. Chi non si lascia dominare ha piena coscienza della propria pienezza, della propria forza, perché attinge direttamente alla sua fonte (che è l’Essere) e sarà inespugnabile per chiunque tenti di ledere il suo Eden e in più beneficerà dell’inerzia dell’Universo.

     

    Si tratta di uno che conosce e non crede o spera. Sa. 

    Possiede la sua vita perché esaltazione perenne del principio che l’ha posto. Ha l’Essere come alleato.

    Un uomo considerato spirituale secondo i canoni comuni invece è già dominato, posseduto da un pensiero che non è il suo, che lo devia costantemente dalla sua unicità e irripetibilità.

     

    Non è affascinante?

     

    Maurizio Fani

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