sE OSSERVI ATTENTAMENTE aDAMO HA L’OMBELICO.
    1. DESCRIZIONE DELL’OPERA
    2. INTERPRETAZIONE ORDINARIA
    3. ANDIAMO OLTRE
    4. LA FIGURA DI ADAMO
    5. CONCLUSIONE

     

    La “Creazione di Adamo” è un affresco del geniale Michelangelo Buonarroti (1475-1564) di circa 18 mq, eseguito nel 1511 in 16 giorni, che si trova sulla volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma.

    L’affresco fu commissionato a Michelangelo da Papa Giulio II della Rovere.

    L’opera religiosa si riferisce al passo biblico della Genesi 1:26-27:

    “26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina».

     

    1) DESCRIZIONE DELL’OPERA

    Dio è sospeso a destra all’interno di un nimbo (luce intensa e circoscritta, disco luminoso posto sulla testa o intorno a essa, nell’iconografia sacra pagana e cristiana), sorretto da angeli e cherubini.

    A sinistra, invece Adamo è disteso su un prato che si affaccia su un pendio erboso. 

    Il primo uomo è semidisteso completamente nudo con il braccio poggiato sul ginocchio destro. Il braccio destro poggia a terra e tiene il busto sollevato. I suoi lineamenti sono quelli di un giovane uomo.

    Il corpo è forte e muscoloso. La sua gamba destra è distesa lungo il declivio mentre la sinistra è flessa. Adamo è rappresentato di profilo e prendendo vita osserva in direzione di Dio mentre solleva il braccio sinistro verso di Lui. 

    Dio indossa un abito di color rosa ed è rappresentato disteso verso sinistra e sostenuto dagli angeli. La lunga barba e i capelli grigi sono mossi dal vento. Un ampio velo color porpora reniforme circonda gli angeli e Dio. 

    Un sottile tessuto di colore verde trasparente è sospeso in basso e svolazza sotto all’angelo che sostiene l’Eterno. L’incontro tra Dio e Adamo avviene contro uno sfondo privo di dettagli.

     

    2) INTERPRETAZIONE ORDINARIA

    L’essoterismo (dal greco exoterikos = esterno) è il termine con cui, in senso lato, si intende una conoscenza che non ha carattere segreto o riservato, accessibile a chiunque E CHE NON RICHIEDE ALCUNO SFORZO DI COMPRENSIONE O DI ELEVAZIONE INDIVIDUALE.

    Si tratta della conoscenza comune delle persone, quella ordinaria.

    Corrisponde a quello che la massa deve pensare e credere.

    Infatti l’affresco, apparentemente, è l’interpretazione del passo della Genesi su menzionato. 

    Lo sfondo della scena non rappresenta dettagli poiché la creazione di Adamo rappresenta la nascita dell’umanità. Inoltre i personaggi si distinguono in modo deciso contro il fondo chiaro e la scena si trasforma in chiaro messaggio iconico. Dio è sostenuto come vuole la tradizione da angeli e cherubini che però assumono l’aspetto di figure umane, adolescenti e bambini. 

    Il loro corpo è rappresentato con una solida massa reale. Anche il loro sforzo nel sostenere Dio esprime un solido realismo. Infine i loro volti sono estremamente caratterizzati e con espressioni differenti.

    Le figure di Adamo, di Dio e degli angeli hanno un aspetto più monumentale. I gesti dei personaggi sono più essenziali e simbolici. 

    Dio e gli angeli sono inseriti all’interno del telo purpureo che assume una forma reniforme. Per alcuni storici il contorno ricorda quello di un cervello umano. Inoltre Dio si distende in avanti poggiandosi su una direttrice orizzontale leggermente obliqua. La linea parte dal suo piede destro per arrivare al suo indice. Infine il braccio di Adamo prosegue lungo la stessa direttrice che termina sulla spalla destra.

    Adamo, il primo uomo, è ancora riverso e adagiato sulla materialità terrena, e alla sua mano sinistra stanca si contrappone l’energica mano destra di Dio, che infonde la vita spirituale oltre che quella biologica.

    Con la mano sinistra Dio tocca la gola di un angelo significando l’unione tra il tatto e la voce come fondamenta della creazione

    L’uomo ancora non si è staccato dalla terra da cui deriva, appare ancora in un torpore materiale e alla mano abbandonata si contrappone la decisa ed energica mano creatrice.

    La vita si trasmette attraverso le mani che si sfiorano: dalla “dextera dei” che infonde la vita spirituale, oltre quella biologica, alla sinistra di Adamo. L’altra mano di Dio con l’indice tocca la gola di un putto, là dove si forma la voce.2 L’uso delle mani e del linguaggio sono le caratteristiche distintive della specie umana.

    Il paesaggio è spesso ”trascurato”, o appare desolato, nelle pitture dell’artista-scultore e così è anche in questo caso, dove pure il tema è l’origine della vita e la terra del poggio dove si trova Adamo è coperta da verde erba primaverile e il blu dei monti lontani, per la prospettiva aerea, rammenta l’acqua, elemento legato alla nascita, che sgorga dalla roccia.3

    Ascanio Condivi (1525-1574) fu un pittore e uno scrittore, meglio conosciuto come il biografo di Michelangelo. L’opera fu data alle stampe nel 1553 e fu dedicata a papa Giulio III.

    Nella biografia “autorizzata”, essendo Michelangelo ancora in vita, ci fornisce l’essenza dell’affresco con le seguenti parole: «…dove si vede Iddio col braccio e colla mano distesa, dar quasi i precetti ad Adamo di quel che far debbe e non fare, e coll’altro braccio raccoglie i suoi agnolini».

    Queste parole mostrano che oltre la creazione Dio impone una sorta di legge che l’uomo deve conoscere e ottemperare.

    Sono state fatte molte ipotesi sull’interpretazione simbolica.

    Una è quella della Trinità, Dio e le due figure che tocca con il braccio sinistro, rispettivamente lo Spirito Santo identificato nella figura efebica quasi asessuata e il figlio di Dio incarnato, impersonato nell’angelo in massima evidenzia a cui l’Eterno tocca la gola.

    Un’altra sarebbe quella dell’identificare la figura femminile come Eva o Maria, considerato che la sovrapposizione simbolica in questi casi è consentita.

    I personaggi sono 12 proprio come gli apostoli. Inoltre il personaggio dai tratti femminili potrebbe rappresentare San Giovanni, spesso raffigurato con tratti molto aggraziati, mentre l’unico in penombra, sotto il braccio di Dio potrebbe essere Giuda, visibilmente sofferente, con la testa reclinata non sorretta dal collo poiché impiccato, che non guarda in alto ma verso l’osservatore.

    Nel tempo si sono susseguite tantissime interpretazioni, alcune davvero singolari, come il vedere nel mantello di Dio Lucifero ma non offrono una visione diversa da quella che ho raccolto fino a qui.

    Lasciano inalterato il messaggio di partenza di un Dio dispensatore di vita e di moniti.

     

    3) ANDIAMO OLTRE

    Michelangelo vissuto per molti anni alla corte medicea, ha potuto conoscere di persona gli esponenti principali del neoplatonismo. In testa a tutti Marsilio Ficino che vedeva l’uomo sospeso tra terra e cielo. Un uomo che si rivolge alla natura superiore per correggere quella inferiore.

    Altra figura di spicco è stato Pico della Mirandola, mirabile interprete della dignità dell’uomo ove scrive: «…non ti ho fatto né celeste, né terreno… tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti, tu potrai secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine».

    Nello stesso periodo sempre a Firenze Michelangelo, come riferisce il Vasari, aveva letto le opere e ascoltato le prediche del Savonarola.

    Michelangelo era un sapiente.

    Nel 1975, Frank Mershberger, un chirurgo americano, si accorse che il mantello di Dio era l’esatta riproduzione di una sezione sagittale del cervello umano raffigurante l’emisfero destro, riprodotto ad arte, dal grande pittore toscano.

    Sono ben visibili il contorno della volta del cervello, e della base; il panneggio verde descrive il corso dell’arteria vertebrale, l’arco del braccio sinistro di Dio delinea il giro del cingolo, la schiena dell’angelo che sorregge Dio corrisponde al ponte di Varolio, e le sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale.

    Addirittura Michelangelo avrebbe rappresentato l’emisfero destro, l’emisfero che la scienza moderna studierà cinque secoli dopo e classificherà come essere l’emisfero creativo, quello degli artisti.

    È sufficiente sovrapporre un qualunque disegno anatomico per rendersi conto che è assolutamente vero.

    Perché?

    Escludendo a priori il caso, Che cosa ha voluto significare Michelangelo?

    Una dichiarazione delle sue conoscenze anatomiche? 

    Non penso proprio.. 

    Tutti sapevano che sezionava i cadaveri fin da quando era giovanissimo a Firenze in Santo Spirito con il permesso delle autorità ecclesiastiche.

    Michelangelo aveva anche delle conoscenze cabalistiche.

    Nella fisiologia cabalistica la parte destra del cervello è messa in rapporto con la sefirah della Sapienza (Chochmà) mentre la metà sinistra lo è con Binah, l’Intelligenza, e il cervello in sé è considerato la sede del liquido seminale: in altre parole Michelangelo avrebbe raffigurato la creazione dell’uomo come opera della Sapienza divina fecondante.

    Procediamo oltre.

    Un gruppo di ricercatori italiani, in un lavoro pubblicato sulla rivista “Mayo Clinic Proceedings”, ha accostato la sagoma del “mantello” raffigurato nell’affresco con una sezione anatomica di utero post-partum, ottenendo una suggestiva sovrapposizione. 

    La corrispondenza dei dettagli anatomici, sorprendente per l’esattezza, non può essere ritenuta casuale.

    Già Adrian Stokes nel 1955 aveva parlato di “uterine mantle” e il Professor Andrea Tranquilli aveva intuito che il mantello fosse la rappresentazione di un organo cavo di colore rosso deputato alla creazione.

    Il colore rosso e alcune forme potrebbero far pensare anche a un cuore.

    Sappiamo che simbolicamente i significati si possono sovrapporre per rendere il messaggio ancora più forte.

    Indubbiamente abbiamo a che fare con una creazione e con una nascita.

    Forse un gesto di intenso amore, una ri-nascita?

    Osserviamo attentamente i personaggi inseriti nel mantello.

    LA FIGURA FEMMINILE ABBRACCIATA DA DIO

    Possiamo vedere la figura che Dio abbraccia. È chiaramente una DONNA GIOVANE. Infatti stiamo parlando dell’emisfero destro, quello da alcuni considerato femminile poiché poetico e creativo e non razionale e calcolatore come il sinistro, molto più “ingegneristico” e razionale.

    DUE SOLI ANGELI GUARDANO VERSO L’OSSERVATORE

    Il primo e più grande è quello al quale Dio tocca la gola. Si trova esattamente nella posizione della corteccia visiva occipitale. Simboleggia la vista dovuta agli occhi. 

    L’apparenza, ciò che tutti possono vedere. Proprio per questo è grande e ben visibile. Facile da notare,

    Il secondo è più nascosto, in penombra. Posto sotto al braccio destro di Dio. Molto più piccolo e poco visibile sta a significare che non è per tutti ma solo per pochi e che riuscire a impersonarlo costa dolore e sofferenza e lo si fa solo da adulti.

    Corrisponde al “terzo occhio”, quello della consapevolezza e del vedere il mondo per come è e non per come appare.

    L’occhio dell’Anima.

    Questo centro rappresenta l’occhio interiore, in grado di percepire la realtà oltre la visione ordinaria, è la porta della chiaroveggenza e della visione superiore.

    Corrisponde al sesto chakra, quello della fronte, importante per la salute e lo sviluppo interiore. Un sesto chakra attivo e ben irrorato di energia consente un contatto diretto e libero con il mondo interiore, stimola la fantasia, l’intuizione e le percezioni spirituali.

    Siamo di fronte alla visione spirituale che integra e amplia la comune visione oculare.

    In direzione della ghiandola Pineale o Epifisi, la testa è messa di traverso perché indica la direzione del braccio di Dio che fuoriesce dal mantello proprio in corrispondenza del già citato “terzo occhio” e quindi spiega la funzione di quel gesto.

    Stiamo parlando di un qualcosa che l’uomo deve sviluppare per emanciparsi da una vita materiale e bestiale, per iniziare un percorso spirituale.

    BRACCIO DI DIO CHE PROTENDE FUORI DAL MANTELLO

    Abbiamo già spiegato che il braccio sbuca dal terzo occhio o sesto chakra.

    Ci rimane da osservare la mano di Dio e quella di Adamo.

    Hanno entrambi i diti medio e anulare uniti.

    Che cosa significa?

    Si tratta di una unione che non avviene naturalmente ma occorre volerla.

    È l’unione degli opposti, del cielo e della terra, dell’uomo e della donna che generano il figlio. Un segno salvifico di unità e integrazione.

    L’androgino, la riunificazione del maschile col femminile per creare l’uomo completo.

    Nella ritualità dionisiaca, l’unione delle due dita o il gesto delle corna equivalevano a segnalare l’appartenenza a una religione che crede alla possibilità di rinascere. 

    È un segno salvifico, precursore di quello della croce per i cristiani.

    Il nome Dioniso, secondo il poeta Apollonio Rodio, significa “nato due volte” (da di-genes) o “fanciullo dalla doppia porta”.

    IL messaggio del dito di Dio è chiarissimo.

    Impone una legge della vita che è quella di ri-nascere spiritualmente.

    La nascita non avviene con l’uscita dal grembo materno. 

    Quello è uno stato ancora inevoluto.

    La vera nascita inizia quando ci rendiamo conto dell’esistenza della parte divina dentro si noi. Allora iniziamo a considerare tutta la nostra vita da un punto di vista assolutamente diverso.

    Questo è il ruolo dell’iniziato o dell’individuo che scopre la propria auto iniziazione.

    IL DRAPPO VERDE STRAPPATO

    In basso si può notare questo brandello verde reciso come se fosse stato volutamente danneggiato.

    Infatti, si tratta di un reticolo neurale che fa parte della massa cerebrale.

    Il nome “reticolo” è importante perché simbolicamente ci dona ciò che dobbiamo fare per evolverci: rompere un reticolo che avvolge e impedisce il liberarsi della consapevolezza.

    Solo così l’uomo potrà accedere al divino che gli spetta.

    LE CHIOME BIONDE DEGLI ANGELI

    Il giallo acceso dei capelli simboleggia la consapevolezza, l’illuminazione.

    Questa sezione mostra un cervello di un soggetto illuminato che ha scoperto dentro di sé Dio e che si muove per raggiungerlo e integrarsi con la sua essenza.

     

    4) LA FIGURA DI ADAMO

    Abbiamo visto che Adamo è a terra. Il suo corpo in buona parte rispecchia quello di Dio, entrambi mostrano una torsione.

    Quindi è importante potersi rispecchiare nel divino che possediamo e per farlo occorre certamente amare se stessi e poi conoscersi, trovarsi e realizzar5si per come siamo.

    Realizzarci fuori per come siamo dentro.

    Due caratteristiche importanti:

    1. a) Il pene di Adamo è estremamente ridotto. Se Michelangelo avesse voluto nasconderlo non avrebbe avuto alcuna difficoltà. Era sufficiente spostare leggermente la coscia destra. E nulla sarebbe apparso. Invece il genio ha voluto mostrare che le passioni sessuali devono essere moderate per accedere a quello stato di coscienza.
    2. b) Adamo ha l’ombelico. Se creato non dovrebbe averlo. Esso si giustifica solo in presenza di un parto e non di una creazione.

    Queste considerazioni mi autorizzano a pensare che il messaggio di Michelangelo, pur attenendosi scrupolosamente alle direttive della Chiesa, fosse assai diverso e di ineguagliabile portata.

     

    5) CONCLUSIONE

    Non esiste un Dio esterno, salvifico e redentore, ma esiste la possibilità per ogni uomo di raggiungere il divino e di emanciparsi da una materialità scomoda e ostacolante la felicità.

    Questo lo si conquista con il duro lavoro su se stessi, con lo sviluppo continuo della coscienza, che provocherà il venir meno di tutto quelle barriere che impediscono il libero fluire dell’Essere.

    Si tratta di una ri-nascita spirituale che avviene necessariamente dopo la creazione uterina dell’uomo e la sua venuta al mondo.

    La bellezza dell’intelligenza di Michelangelo è proprio quella di aver fatto sempre se stesso, indipendentemente dai suo ben noto disaccordo con la Chiesa, accontentandola nell’apparenza ma strumentalizzandola per un fine molto più elevato e vero.

     

     

    Maurizio Fani

     

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