- L’IMMATERIALITÀ DEL SIMBOLO
- LE IMMAGINI E I SIMBOLI: UNA DIVERSA INTENZI0NALITÀ
Esistono due tipi d’immagini:
1) Immagini naturali che chiameremo dell’Essere.
2) Immagini costruite con intenzionalità umana che chiameremo simboli.
Tutto parte dalle immagini e per giungere alla causa prima dobbiamo imparare a leggerle altrimenti saremo sempre nel “dopo” nel fenomeno che appare e perderemo la causalità originaria di quel fenomeno.
Le immagini dell’Essere sono quelle appartenenti alla natura.
I simboli dell’uomo invece sono costruiti a tavolino con l’utilizzo di molti significati attribuiti da convenzioni e opinioni di altri esseri umani, con un preciso scopo.
1) L’IMMATERIALITÀ DEL SIMBOLO
Nel momento in cui ci troviamo di fronte a qualunque simbolo, scattano alcuni meccanismi specifici.
Il primo è un determinato sapere. Ogni simbolo ha alle sue spalle un substrato sapienziale, talvolta anche di notevole spessore, se inquadrato nella giusta interpretazione.
Il secondo corrisponde all’evocazione/creazione d’immagini nel nostro inconscio. L’evocazione determina una creazione interiore di un’altra realtà rispetto a quella che esisteva prima dell’impatto con quel determinato simbolo.
Implicita emerge l’appartenenza a un certo tipo di riferimento culturale facente capo a una struttura, a delle regole, a dei dogmi, in tutto e per tutto un organismo di potere vivente.
I simboli possiedono il potere di condizionare e manipolare la psiche dell’ignaro osservatore.
Riescono a imporre l’intenzionalità in essa depositata dai suoi creatori e da tutti gli officianti che li hanno onorati nel corso dei millenni, a chiunque incontra la loro identità.
Sono in grado di fornire plausibili spiegazioni del mondo, riferimenti di comportamento e una certa formazione del pensiero.
Un simbolo non rende mai liberi, non lo può fare, non è nato per questo.
È nato con uno scopo assai preciso, quello di aggregare, ammaliare, intimorire, coartare, obbligare, dominare.
Conseguentemente i simboli non possono esercitare altro che quello.
Essi canalizzano energie e conoscenze per imporle.
Provengono dal passato e operano indisturbati poiché a nessuno viene in mente il vero motivo per il quale sono stati inventati.
Il perché appare immediatamente intuibile, e sono davvero pochi coloro che sono consapevoli di quanto, essi siano dei vettori di messaggi e d’informazioni, auto-istallanti nella psiche, completamente estranei alla natura umana e alla vita.
Questi simboli hanno un potere “di per sé” che orienta l’approccio alla vita, deviandolo per rispettare gli antichi ordini impartiti in un lontanissimo passato, che però è mantenuto vivo e attuale da tutti quelli che, coscienti o meno, continuano a considerarli dei validi riferimenti.
Quelli che non riescono a interpretarli li assorbono inconsapevolmente, quelli che li conoscono li usano, spesso rimanendone coinvolti.
Il dramma è che i simboli non trasmettono solo dei contenuti ma soprattutto dei programmi, dei software (insieme dei programmi che gestiscono e specializzano il funzionamento di un computer).
Dei modi di porsi nell’esistenza, contaminati dall’intenzione che li ha voluti.
Ogni simbolo è un medium energetico e possiede quattro caratteristiche:
- a) è carico di energia psichica infusa nel tempo da chi l’ha ideato, da chi ha partecipato alla sua creazione e da tutti quelli che vi hanno riposto fiducia, ammirazione e amore, andando a formare una “memoria del simbolo” che va a rinforzare, se mai ce ne fosse bisogno, la sua carica energetica;
- b) ha una sua traiettoria, un percorso da seguire, determinato dall’intenzione di tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui;
- c) ha un obiettivo preciso, osservante del messaggio che l’ha attuato;
- d) ha un’intenzionalità propria. Ogni fenomeno psichico possiede una tensione energetica verso un oggetto senza la quale il pensiero stesso non sussisterebbe. Questa tensione acquisisce valenza di “condensato energetico indipendente” che investe l’oggetto o il soggetto, influenzandolo.
Da notare che, attraverso tecniche mirate, è possibile dirigere e impiegare tale potenza energetica. La magia è proprio questo: modificare arbitrariamente la realtà attraverso l’impiego di determinate forze.
È bene non farlo mai! Non è questo il modo corretto di agire.
Tutti quelli che hanno agito similmente non hanno vissuto bene.
Sapere come si fa sì (magister), metterlo in pratica (magus) mai.
Conoscere i simboli è molto importante, certamente non per farcire l’erudizione personale, ma per non rimanerne sopraffatti.
La loro conoscenza li depotenzia, mentre l’ammirazione aggiunge energia a quella che già hanno, con il piccolo particolare che prendono questa energia aggiunta da quelli che hanno provato l’emozione del simbolo.
Siamo al cospetto di una cessione energetica molto spesso inconsapevole.
Una vampirizzazione.
Non esistono vie di mezzo, non ci sono mediazioni o compromessi. Se una relazione è per entrambi, positiva ognuno guadagnerà energia, invece se una relazione non è fra pari, chi più ne ha più ne cede.
Il secondo principio della termodinamica stabilisce l’irreversibilità di molti eventi termodinamici, quali ad esempio il passaggio di calore da un corpo caldo a uno freddo posti a contatto, mai il contrario.
Qualcuno potrebbe obiettare che così il bisogno umano di spiritualità viene meno.
È proprio questo il punto!
Quell’intima urgenza di trascendenza, quando esiste, va ascoltata sopra ogni altra cosa. Ma non è ricorrendo ai miti, ai rituali e ai simboli, provenienti da un passato, estraneo, che la soddisferemo.
Anzi, otterremo l’effetto contrario.
Più affogheremo nei simboli e maggiore distanza metteremo tra la fonte primaria di ciò che siamo (l’Essere) e noi. Il falso simbolico ci devierà sempre.
Riferirsi alla propria fonte significa parlare dell’Essere, invece tutti coloro che si presentano come fonte alla quale attingere, oppure come rappresentanti di un potere, sono solo dei mediatori manipolatori, talvolta anche in buona fede, ma questo non li dispensa dalle proprie responsabilità.
Una società per nascere deve potersi fondare su miti e simboli per sancire l’appartenenza a un gruppo, distinto dagli altri.
Il gruppo dominante di una società produce significati (miti, riti e simboli) e li impone a tutti gli altri come unici riferimenti validi
e ammessi (non proibiti).
Questa creazione simbolica non può avvenire dal nulla, necessita di un passato che sia riconoscibile e che geneticamente induce gli individui a riconoscere una certa familiarità, trasformata poi in riferimento solenne.
Con lo stesso meccanismo, per dominare le masse si possono creare anche dei nuovi simboli: si prendono degli elementi che già esistono, con una potente memoria, e si caricano di altri valori che li ricollegano al sacro.
Hai mai fatto caso che i simboli hanno attraversato i millenni mantenendosi sempre quasi uguali?
Varie strutture, anche in apparente contrasto secolare tra loro, impiegano i medesimi simboli.
Perché?
Perché le religioni, i gruppi esoterici iniziatici, l’alchimia e anche tante aziende spesso impiegano gli stessi simboli?
Anche se sono in aperta lotta tra loro, perché questi gruppi usano simboli simili con (apparente) diverso significato?
Perché funzionano!
Il Dominio non può farne a meno e impiega quello che nei secoli si è dimostrato massimamente efficace.
2) LE IMMAGINI E I SIMBOLI: UNA DIVERSA INTENZI0NALITÀ
Abbiamo visto che possiedono entrambi, energia, direzione, scopo e intenzionalità.
Il quarto elemento è l’intenzionalità o intento che corrisponde a uno stato di assoluta e massima concentrazione in un’azione, coinvolgendo determinate emozioni, per giungere a una precisa finalità, con un’enorme e sostanziale differenza.
Divergono nella qualità dell’intenzionalità.
Le immagini naturali possiedono l’intento vitale dell’Essere, che è sempre il buono, il bello il bene, tutto il bene. Le emozioni che suscitano sono l’amore per la vita, per l’autodeterminazione e la libertà di essere.
Le immagini costruite dall’uomo hanno l’intento del Dominio. Hanno come emozione l’amore per il proprio progetto di dominio, il piacere di imporlo energeticamente e la volontà di perseguirlo ad ogni costo limitando la libertà altrui.
In questo modo si vengono a creare i sistemi di orientamento dell’umano, impedendogli l’accesso alla sua parte più vera e profonda: la sua anima.
La visione simbolica, cioè l’arte della lettura delle immagini, è la via maestra per consentire alla nostra unicità di potersi conoscere, esprimere e costruire per una vita il più possibile felice.
I film ci offrono un training impagabile per capire la vita attraverso le sue immagini, un vero allenamento intensivo alla comprensione degli errori, delle strategie e dei risultati.
I sogni ci danno la grande possibilità di capire, dirigere e verificare la propria vita in itinere, giorno per giorno.
Attraverso la decodifica esatta delle immagini oniriche ci guidano, ci suggeriscono e ci avvertono.
È alquanto consigliabile affiancare un’attività di studio e ricerca personale continua.
Maurizio Fani