Nella lingua greca antica esistono ben dieci termini per designare la parola “amore”.

      Ognuno di essi possiede una diversa sfaccettatura, anche se tra loro non possono esistere confini rigidi.

      A cosa può servire conoscere questo?

      Fa riflettere, accende delle luci nella nostra capacità di pensare e ci spinge a fare nostre le molte sfumature. In questo modo anche i nostri pensieri saranno più ricchi e articolati e saremo in grado di definire in maniera specifica le emozioni che proviamo, capendo appunto con maggiore esattezza che cosa veramente stiamo vivendo.

      Solitamente tutti parlano di Agape, Philia ed Eros.

      Non sono le principali ma solo le più conosciute.

      Vediamole tutte insieme.

      Agape

      Anteros

      Eros

      Himeros

      Kenosis

      Meraki

      Philia

      Pothos

      Stοrgé

      Thélema

      AGAPE

      È amore incondizionato, oblativo, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi: è la parola più usata nei vangeli.

      Amore spirituale che eleva l’uomo.

      Amore che diventa totale dono di sé, Io mi dono liberamente a te.

      Perché “per me, il tuo bene è importante quanto il mio”. 

      L’agape è anche un rito iniziatico, che ha delle valenze alchemiche, magiche, astrologiche, che gli iniziati a misteri ermetici celebrano nei giorni solstiziali ed equinoziali, per affermare e consolidare il lavoro operativo interiore e benefico per la propria umanità cellulare e di conseguenza per tutta l’umanità in generale. 

      I partecipanti restano in silenzio e concentrati nel proprio “lavoro”, si attua un’espansione d’amore senza pari. È un processo energetico in espansione che va ad arricchire l’Eggregora del gruppo e il corso evolutivo di ogni commensale. Tutti partecipano apportando una dose di energia al gruppo dei partecipanti e ognuno riceverà l’oro spirituale d’accordo con la propria frequenza.

      Si mangia in compagnia (cum panis), per trasmutare il cibo materiale in energia spirituale.

      ANTEROS

      Amore corrisposto che si manifesta con un legame preciso.

      Anteros è il Dio dell’amore corrisposto. Altri esperti dicono dell’amore invece non corrisposto e, quindi “vendicativo” e altri ancora dell’amore omosessuale. Anteros era fratello di Eros, i due erano inseparabili e ogni volta che Anteros si allontanava, Eros tornava bambino.

      L’amore per crescere ha la necessità di essere corrisposto.

      EROS

      Eros figlio di Povertà ed Espediente, secondo la concezione platonica, è l’amore carnale, sessuale, in cui esso occultamente manifesta il desiderio, egotico del mutuo scambio, di un dare e avere. Nasce dalla fame e diventa bramosia di possedere, con ogni mezzo ed espediente, qualcosa che plachi i sensi. Platone concepì l’eros come una potente forza ispiratrice in grado di permettere agli esseri umani di realizzare le loro opere più grandi nell’arte, nella scienza e nella filosofia.

      Muore e ricomincia continuamente.

      Non possiede carattere esclusivamente sessuale ma esiste anche un erotismo trasparente per ciò che ci attira e riempie come un quadro, una poesia oppure la conoscenza in senso astratto.

      Secondo Sabrina Scarpetta nel suo libro “Eros, filia, agape” (laboratorio Montessori, 2012), l’eros significa andare verso l’Altro e l’Altrove. 

      «L’eros di Platone è trascendenza verso l’Altro e l’Altrove, è un processo ascensionale che fonde indissolubilmente passione e consapevolezza, è protensione verso un oggetto e una meta: è desiderio dell’amato ma, attraverso di esso, è desiderio del bene. Possiamo già comprendere come l’amore non sia una cosa, ma il movimento di un Doppio, e questa ambigua duplicità sarà attestata da ogni passaggio del percorso amoroso. Con una autentica passione dell’andare oltre, l’amore trasgredisce la banalità della sopravvivenza, incamminandosi sulla strada che porta alla vita vera»

      HIMEROS

      Desiderio irrefrenabile, la passione del momento, la volontà fisica presente e immediata che chiede di essere soddisfatta. Impetuoso e ossessivo.

      KENOSIS

      Significa letteralmente “svuotamento” (kenos = vuoto), e indica un concetto legato al processo interiore che porta l’essere umano ad abbandonare il suo errore, per diventare consapevole, interamente recettivo alla volontà dell’Essere. Questo spogliarsi del falso che noi crediamo è premessa per rivestirsi del vero che siamo. Un percorso di conversione doloroso in quanto demolisce le sicurezze e le certezze che l’uomo, nel corso della vita, si costruisce. 

      MERAKI

      Passione o devozione assoluta. Mettere l’anima i9n quello che stiamo facendo. Termine di origine turca proveniente dall’arabo che ha molti significati “amore intenso e cura per qualcosa, specialmente un’attività”.

      PHILIA

      Philia è l’amore che si stabilisce in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e di comunità d’intenti. L’amore di affetto e piacere, di cui ci si aspetta un ritorno.

      POTHOS

      Indica il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo, alla base della nostra intenzionalità. La radice del nostro volere.

      Personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. L’antica letteratura greca lo considera, insieme ad Eros e a Himeros, come figlio di Afrodite e, come tale, accompagna la dea nel mito e nelle rappresentazioni figurative. Il suo carattere peculiare di divinità del “desiderium amoroso”, nettamente distinto dal significato simbolico dei suoi fratelli Eros e Himeros.

      STORGÈ

      L’amore parentale e familiare viene dal verbo stergo = amare teneramente. È usato soprattutto con riferimento all’amore filiale, è l’amore d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei. Designa l’affetto naturale fra parenti intimi e specialmente fra i genitori e i loro figli, ma anche tra fratelli e sorelle.

      THELEMA

      Indica l’amore per quel che si fa, è il piacere di fare, il desiderio voler fare. Il verbo da cui deriva significa volere e allo stesso tempo desiderare.

      Tutti questi aspetti ci fanno comprendere come l’amore sia molto più complesso di quello che comunemente si crede e quanto incompleto e parziale spesso sia il nostro amare, che, quasi sempre è un “credere di amare”.

      L’amore è tutte queste sfumature contemporaneamente.

      Quale di queste non conosci o non scegli?

      Maurizio Fani

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