Tutti abbiamo la possibilità di diventare persone eccezionali.
Purtroppo non conosciamo le parole e cadiamo spesso vittima dei falsi valori sistemici ma l’eccezionalità è alla portata di chiunque lo desideri e te lo dimostrerò.
Il termine eccezionale proviene dal latino excipere = l’azione e l’effetto dell’escludere, caso che esce dalla regola comune, cosa che si distingue dalle altre cose analoghe. Eccezionale vuol dire “uscire dalle regole generali”, non rispettare lo standard.
Molto simile a speciale. Dal latino spicio = guardo. si contrappone intrinsecamente al generale, al banale, all’ordinario.
Essere speciale vuol dire essere unico, come nessn’altro lo è stato, lo è e lo sarà mai. Cioè un qualcosa a se stante, non equiparabile con altri che formano comunque “specie diverse”.
Speciale ed eccezionale sono sinonimi che denotano un allontanamento dalla norma che tutti osservano scrupolosamente.
La nostra società ci richiede di essere eccezionali ma non nel senso che questa bellissima parola incarna. Infatti, l’individuo eccezionale è quello che più degli altri imita alla perfezione il modello suggerito.
Naturalmente questo processo non è indolore ma ha l’altissimo costo della propria spersonalizzazione. Diventare cosa tra le cose, in ossequio al sistema che solo in questo modo può allevarci come animale da reddito.
Il ruolo è l’unico valore che conta, l’individuo e ancor più la sua anima, non esistono.
Lo schema dell’appartenenza è l’unico che è proiettato ovunque e comunque, richiama il gregge, i recinti e i pastori, MAI L’APPARTENENZA A SE STESSI.
Stiamo parlando di due “eccezionalità” completamente diverse.
Se cadiamo in questa trappola del cercare il consenso e la maggiore adeguatezza possibile ai dettami sociali, fino al punto da diventare “prove viventi” di cui vantarsi, corriamo il serio rischio di identificare la nostra vita in pensieri e comportamenti alieni alla nostra vera natura.
Agiremo in base a programmi prefissati che certamente ci faranno sentire adeguati alla massa ma fortemente penalizzati con la nostra anima.
Questo ci condurrà all’insoddisfazione esistenziale.
Stiamo perseguendo uno scopo diverso dal compito ontologico (dell’Essere) che abbiamo.
Ho sentito molte volte ripetere dalle persone: «Quando avrò… allora sarò…» conferendo così all’ottenimento di oggetti o traguardi, la capacità di raggiungere la felicità.
Ma questa strada potrà condurre solamente all’infelicità poiché non ci farà vedere la vera eccezionalità che noi siamo, ci impedirà di amarla e renderla manifesta.
Per avere occorre prima Essere e non l’incontrario.
Che cosa è per me l’eccezionalità?
Essere pienamente me stesso.
Lo scrittore Rudyard Kipling (1865-1936) nel 1895 scrisse una poesia davvero ECCEZIONALE al riguardo dal titolo “Se”.
SE
Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
Maurizio Fani