1. CHE COSA È LA GELOSIA SECONDO L’OPINIONE COMUNE
  2. DA DOVE NASCE SECONDO L’OPINIONE COMUNE
  3. GELOSIA COME DOLORE E PATOLOGIA
  4. PERCHÉ LA GELOSIA NON ESISTE
  5. È MEGLIO ESSERE UNICI CHE ESSERE GELOSI

 

1) CHE COSA È LA GELOSIA SECONDO L’OPINIONE COMUNE

È uso comune interpretare la gelosia all’interno di una coppia come auspicabile ingrediente che confermerebbe la purezza e la sincerità dei sentimenti coinvolti.

Se non è geloso, non ti ama. 

Per molti esperti esiste una “gelosia positiva” che fa bene all’amore, capace di alimentare il sacro fuoco della passione.

Dal mio punto di vista invece la gelosia non esiste, e quando compare, è sempre un segnale di squilibrio interiore che può raggiungere livelli di asso-luta follia.

Procediamo per gradi.

La gelosia è uno stato emotivo di dubbio e di tormentosa ansia di chi, con o senza giustificato motivo, teme (o costata) che la persona amata gli sia insidiata da una figura rivale. 

Proviene dal greco zelos = spirito di emulazione.

Osserviamola nei suoi vari aspetti.

La gelosia è:

 

  1. a) La rabbia, l’invidia nel vedere che non siamo sempre i migliori, un astio, un rancore nei confronti di alcune caratteristiche di un’altra persona, che può attirare l’attenzione di chi amiamo. Gelosia e invidia s’intersecano con una differenza netta. Mentre nel caso della gelosia l’oggetto del contendere è qualcosa che già si possiede (la persona amata), nel caso dell’invidia invece l’oggetto del contendere è qualcosa che qualcun altro possiede, ma al quale si aspira fortemente.

 

  1. b) La passione possessiva dell’amante, che vede la sua amata sempre insidiata da rivali, che la vuole sempre e solo per sé. Un’oggettivazione dell’altro.

 

  1. c) Un pensiero ossessivo che si risolve nell’investigare, ricercare, fare collegamenti, fantasticare, al fine di confermare i propri sospetti.

 

  1. d) Una dichiarazione di attaccamento sbagliata nei confronti della parte amata. 

 

  1. e) Il campanello d’allarme della dipendenza affettiva ovvero il bisogno di non rimanere soli. Paura di essere abbandonati.

 

  1. f) Timore che la parte rivale possa condividere qualcosa che non gli appartiene perché posseduto dal geloso.

 

  1. g) Un grande dolore quasi fisico e un’umiliazione per chi la prova.

 

La perversione della gelosia vede tre attori: noi stessi, l’oggetto d’amore e la parte rivale.

Se l’oggetto d’amore è posseduto ecco che nasce la gelosia di Otello che si crede tradito da Desdemona con Cassio.

In realtà chi è geloso minaccia la considerazione di sé oltre a danneggiare la relazione che vede l’entrata in gioco dell’immagine di una terza persona.

Ho detto “immagine” non a caso ma semplicemente perché il geloso ama costruire delle storie poliziesche nella sua testa, che alla fine crede vere.

Un comportamento geloso, negli uomini, è diretto a evitare il tradimen-to sessuale e un conseguente spreco di risorse e sforzi nel prendersi cura della prole di qualcun altro. 

Mentre quello femminile ha più a vedere con il lato sentimentale.

 

2) DA DOVE NASCE LA GELOSIA SECONDO L’OPINIONE COMUNE

Molti pensano che la gelosia provenga dalla gelosia verso le proprie figure genitoriali, passando dalla gelosia verso alcuni oggetti particolarmente significativi e dalla gelosia in contesti familiari, educativi, lavorativi.

Studi antropologici collocano la nascita della gelosia più di un milione di anni fa quando, nelle pianure africane, l’uomo proteggeva, per motivi di sopravvivenza, la sua compagna, i figli e i suoi terreni, non permettendo a nessuno di toccare ciò che era suo. Negli anni poi la gelosia è stata prima legittimata come sentimento imprescindibile dal vero amore, per poi essere rivisitata alla fine degli anni Sessanta con la liberazione sessuale.

Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, fa invece risalire la gelosia all’infanzia, quando tutti vogliamo essere amati in modo esclusivo dai nostri genitori e, con l’arrivo di un fratellino o di una sorellina, temiamo di perdere le attenzioni e l’amore e abbiamo paura di essere trascurati o abbandonati. Negli anni poi questa gelosia si ripete nei confronti del partner, un sentimento che tutti alla fine proviamo verso la persona amata ma che può diventare opprimente rappresentando così il segnale della poca fiducia che abbiamo in noi stessi, arrivando spesso a pensare di non meritare l’amore dell’altro.

Vengono riconosciute varie tipologie di gelosia che possiamo ridurre alle due seguenti:

  1. a) Gelosia normale: quando è un sentimento legato all’amore ed ha delle manifestazioni che possiamo ritenere accettabili. In questo caso aiuta l’altro a sentirsi voluto e amato. 
  2. b) Gelosia patologica: in questo caso la gelosia è provocata principalmente da paure che non trovano riscontro nella realtà, qualcosa che è creato dalla nostra mente ma che non può essere oggettivamente riscontrato. La persona gelosa ricrea quindi veri e propri scenari in cui sono inclusi l’ipotetico rivale e anche le prove dell’infedeltà. La realtà è così distorta creando una serie di fraintendimenti. Ciò può portare a conseguenze pericolose come lo stalking, o peggio, il delitto passionale.

Questa tipologia di gelosia presenta degli aspetti tipici: eccessivo controllo nei confronti dell’altro, aggressività e invidia verso rivali (reali o immaginati), comportamenti aggressivi verso il partner, scarsa autostima.

Tra le conseguenze della gelosia sulla persona amata, possono a volte essere presenti veri e propri comportamenti distruttivi nei suoi confronti, come provare odio o abusarne fisicamente, fino a considerare la persona che si ama disturbante quanto il rivale.

Verso il rivale ci si comporta invece proiettando in esso quasi esclusiva-mente sentimenti di annullamento e odio.

 

3) GELOSIA COME DOLORE E PATOLOGIA

Studi di neuroimaging mostrano che gelosia, inferiorità e risentimento attivano nel cervello gli stessi circuiti neurali legati al dolore fisico.

La gelosia è anche associata a nevrosi, instabilità emotiva, rabbia, ansia e depressione. 

È diversa tra i sessi. 

La minaccia d’infedeltà sessuale suscita più gelosia negli uomini. Per le donne invece a insospettire maggiormente è un atteggiamento amichevole, disponibile, solidale verso un’altra donna.

Sottende sempre sensi d’inadeguatezza, di disagio, difficili da sopportare, che facilmente diventano rabbia. La quale s’incanala in atteggiamenti di controllo e sospetto. Oppure in manovre volte a ingelosire l’altro per acquistare potere. 

In ogni caso non ci sentiamo amati e riconosciuti come vorremmo, non siamo al sicuro. 

È intaccato il nostro senso di sé. Quando tentiamo di insospettire l’altro, stiamo cercando conferme, vacilliamo nel bisogno di sentirci immeritatamente unici, insostituibili, indispensabili, speciali. Stiamo dicendo “dammi attenzione, guardami, pensa a me, voglio essere importante per te, ho paura”. 

Quali che siano le sue manifestazioni, la gelosia ha le sue origini essenzialmente nell’insicurezza, nella sfiducia in se stessi, nel complesso d’inferiorità: tutte cose che gli psicoterapeuti raggruppano sotto la voce “mediocre immagine di sé”. 

Karl Kraus (1874-1936) nasce in Bohemia ed è stato scrittore, giornalista, saggista e poeta, è generalmente noto come uno dei principali satirici di lingua tedesca del XX secolo. Egli ha scritto: «La gelosia è un abbaiar di cani che attira i ladri. Amare, venir ingannato, essere geloso — sono cose che capitano. Ma più scomoda è l’altra via: essere geloso, venire ingannato, amare!»

 

4) PERCHÉ LA GELOSIA NON ESISTE

La gelosia è una perversione dell’essere umano non evoluto.

Si basa su un concetto di amore assai distorto e nefasto per la vita.

Vede il compagno come bene da possedere e non ha nulla a che vedere con il “bene dell’altro” che invece tutti dovremmo perseguire.

Infatti, se volessimo veramente il bene del partner, la gelosia non avrebbe modo di sorgere poiché l’attenzione, supererebbe l’individuo, depositandosi a livelli nettamente superiori.

Se lo scopo è il bene, il buono, il bello, ovvero tutto il bene, non posso pensare di possedere l’altro ma lo vorrò vivere per com’è, ASSOLUTAMENTE LIBERO E RIUSCITO, FELICE. SOLO LÀ, POTRÒ AMARLO PER COME MERITO.

VORRÒ ESSERLO, NON AVERLO.

Quando io voglio possedere qualcuno o qualcosa?

Quando avverto una mancanza, quando percepisco un vuoto dentro di me che devo colmare.

Ecco che agire per compensazione mi crea un disequilibrio interiore poi-ché non riesco a essere autosufficiente nella mia vita, ma devo appoggiarmi a un esterno, che non sono io.

Trovo il mio equilibrio fuori da me stesso e quindi motivo la nascita del sentimento di gelosia perché se perdo quest’appoggio, cado.

Una relazione riuscita è costituita da due egoismi riusciti, due individui che sono primariamente soddisfatti di se stessi e che decidono di creare un terzo piano operativo tra loro con un’unione.

Quest’unione non va a soppiantare due persone non integre cioè deficitarie ma, al contrario, si fonda proprio su due individualità forti, bastevoli a loro stesse, soddisfatte e felici di esistere per come sono.

La fusione che si viene a creare è tra soggetti che proprio per mantenere un livello di felicità individuale sempre più alto, non cessano mai di trasmutare, di migliorarsi, d’imparare, di mettersi in gioco, di crescere.

Avviene una complicità nell’ampliamento della consapevolezza che non lascia spazio a fenomeni di altri possibili partner, perché a quel livello e a quel ritmo, non ci potrà mai essere nessuno.

Non è soltanto un’insoddisfazione mal celata, il meccanismo che causa la gelosia, ma soprattutto è l’assenza di un progetto esistenziale valido, non costituito dalla quotidianità.

Molte persone credono che formare una coppia significhi svolgere insieme i lavori di casa, fare da mangiare, guardare la prole, fare le ferie e osservare le ricorrenze.

Il noto “fare famiglia”.

Molti per esempio si arrabbiano se la cena o il pranzo non sono pronti all’ora prefissata.

Queste sono banalità, sono sciocchezze di nessun conto.

Va da sé che il luogo dove si vive necessiti di pulizia periodica. Dobbiamo tutti mangiare due o tre volte il giorno e se esistono bambini, non possiamo dargli dei soldi perché vadano al ristorante sotto casa.

Questo però non può essere argomento né di litigio né di contrattazione e neanche di crescita. 

Sono semplicemente delle attività che devono essere svolte. 

Punto. 

Tutto lì.

La vita vera però è altra roba.

Inoltre se la coppia così composta dovesse subire l’intromissione di un altro elemento, la situazione si fa ugualmente semplice:

Se il nuovo potenziale partner è migliore di quello attuale dovrà essere preferito al precedente. 

Ti pare strano, vero? 

Ma non abbiamo detto prima che amare vuol dire puntare al massimo bene dell’altro?

E allora che cosa c’è di strano?

Se quella persona è migliore di me è un tuo diritto andarci e un mio dovere invitarti a farlo.

Il tuo massimo bene è anche il mio.

Io so con certezza che se t’impedisco un salto evolutivo, poi cadrai in frustrazione e ne faremo le spese entrambi.

Se al contrario la persona che arriva è inferiore o peggiorativa, è chiaro che in caso di una decisione di cambiamento mi farebbe comprendere che non hai capito il valore di ciò che hai.

Conseguentemente l’amore che provavo non può continuare a esistere, poiché tu stessa hai rinunciato al tuo bene, al tuo buono, al tuo bello.

Non occorre essere gelosi, è sufficiente comprendere questo e il distacco è immediato.

Ricordati sempre VITA CON VITA.

Qualunque cosa accada il modo per uscirne esiste per chi ha de-terminate conoscenze e capacità.

La massa, le persone che vivono di valori sistemici, di stereotipi, questi aspetti non potranno mai coglierli. 

Sono impossibilitati dalla loro cecità e sordità.

È una loro scelta. Non deve stimolare né ripudio né compassione.

Il loro momento non è ancora giunto.

Per loro esistono solamente gli stereotipi che i genitori prima e la società poi, hanno immesso nelle loro coscienze.

Sono solo dei costruiti e non dei creati.

Non potranno mai essere autentici ma solamente ignari ripetitori d’illusioni, zombi, soggetti che tenteranno sempre di bloccare la vita tutte le volte che potranno perché hanno rinunciato, loro per primi, a essa.

Da questa prospettiva le persone gelose sono ridicole e infantili e offrono un pessimo spettacolo alla loro anima.

 

5) È MEGLIO ESSERE UNICI CHE ESSERE GELOSI.

Se ci costruiamo fuori per come siamo dentro, la nostra unicità non sarà mai scambiata con quella di chiunque altro.

Siamo noi. 

Così siamo e saremo sempre e solo noi.

Nessun altro ci somiglierà.

Ti pare poco?

Dove pensi di trovare un altro unico da amare?

Come scritto in modo lapidario nel titolo dell’immagine, LA GELOSIA NON ESISTE.

Quello che esiste sono persone che non vogliono essere, che non intendono crescere e svilupparsi come esseri umani ma preferiscono una vita da pecore, tutte riunite nei recinti con i vari pastori che di volta in volta si ci-beranno di loro.

Sono proprio questi pastori che dicono: «Se il tuo compagno è geloso, allora è vero amore», così tu non crescerai mai, sarai perennemente infelice e soprattutto diventerai un perfetto suddito, osservante dei dettami sistemici propri del Dominio e del Potere.

Se a un uomo saggio capita di incontrare una persona che manifesti momenti di gelosia, sta a lui insegnarle la conquista dell’autenticità di se stessa, in modo da fugare ogni possibile dubbio ansiogeno regressivo e consentirle il volo libero nel suo cielo.

Lui, estasiato, le sarà accanto, amandola sempre più.

Georg Christoph Lichtenberg (1742-1799), fu un fisico tedesco, ricordato come uno dei primi scienziati, assai popolare, che introdusse nelle proprie lezioni esperimenti con apparecchiature.

Egli scrisse: «Chi è innamorato di sé, avrà nel suo amore almeno il vantaggio di non incontrare molti rivali».

 

Maurizio Fani

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