- IL MAGUS
- IL MAGISTER
- IL POTERE DI SE STESSI
La conoscenza che dobbiamo perseguire per la nostra evoluzione ha due aspetti fondamentali: il magus e il magister.
È saggio comprenderli entrambi.
1) IL MAGUS
È colui che pratica la magia. Il termine proviene da un’etimologia persiana. Era il nome con cui erano conosciuti gli appartenenti a una casta sacerdotale zoroastriana. Erodoto, nelle “Storie”, racconta di una particolare casta sacerdotale persiana: i Magi.
Si trattava di una casta ereditaria, depositaria di saperi occulti, che in particolar modo riguardavano l’astrologia e l’interpretazione dei sogni.
Fino all’unificazione persiana del VI secolo a.C, il suo potere fu grande; lo recuperò in parte quando l’Impero Romano iniziò a perdere pezzi, fino all’avvento dell’Islam, quando dei Magi si persero le tracce.
L’intento del magus è invece molto particolare.
Egli con il suo agire vuole raggiungere risultati che lo elevino al di sopra degli altri, acquisendo in cambio dei suoi servigi, il potere.
Il miglioramento che lui persegue, è sempre finalizzato a quest’aspetto. La conoscenza per lui è un mezzo e non un fine, è strumentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il magus crea il cerchio magico, sia col pensiero sia materialmente, ovvero determina la zona dove lui vuole influire. Con l’attivazione del pensiero simbolico muove la propria intenzionalità.
Manipola la volontà delle persone e l’accadere degli eventi che avvengono all’interno dello spazio che ha circoscritto. Se vuole, blocca e inibisce le capacità di evoluzione.
Il cerchio del magus è come un recinto dove il pastore alleva le pecore.
Il magus fa le veci del pastore.
Chi mangia le pecore?
Non il lupo che al massimo può ucciderne qualcuna. Il pastore invece o per denaro e potere (vendita) o per mangiarsele (interesse) è l’unico che, prima o poi, le fa fuori tutte.
2) IL MAGISTER
Corrisponde a maestro, in ambito medievale era il titolo che indicava chi insegnava in ambienti deputati alla conoscenza.
Conosceva pienamente una disciplina fino a poterla trasmettere agli altri.
Il magister eccelle in un’arte, in una scienza fino al punto da poter essere considerato una guida.
L’intento che sprigiona il magister non ha mai fini di dominio.
Con l’esempio e con l’insegnamento questa figura ha il solo scopo di elevare gli altri a un livello superiore, aiutandoli nella comprensione della loro esistenza, mettendo a loro disposizione la sua consapevolezza.
La conoscenza non è un mezzo ma il fine ultimo di ogni magister e non è uno strumento per ottenere altro. Ma non si tratta di una conoscenza speculativa fine a se stessa.
Una conoscenza partecipata e interiorizzata volta al benessere spirituale e fisico dell’umanità.
Il magister desidera ardentemente che le persone amino ciò che sono e lo realizzino. Tutta la sua opera la possiamo indicare con queste parole.
Il magister non crea alcuna delimitazione della sua opera d’influenza.
Lui non manipola niente e nessuno, offre semplicemente la comprensione dell’Essere in modo che chiunque possa apprenderla e usarla per crescere.
Il magister eleva la coscienza.
Ogni atto intenzionale è un atto magico.
Magus e magister compiono un atto magico.
Ciro Formisano (1861-1930), esoterista e alchimista più noto col come di Giuliano Kremmerz identificava il magus con uno stato di coscienza ben preciso, lo stato di Mag: «Mago non è chi: non crea, non benefica, non guarisce, non prende, non dona, non consola, non prevede, non provvede, non ama, non benedice, non solleva, non difende, non abbatte, non arresta, non deprime».
In questo agire descritto sopra, non esiste il potere, la bramosia di ottenere un risultato materiale spendibile per affermazioni materiali.
Il mago di Kremmerz corrisponde al magister e non alla figura che notoriamente incarna il mago.
Sia il magus sia il magister hanno l’esigenza di modificare se stessi.
Devono migliorarsi continuamente con un’azione instancabile di ricerca, studio ed esperienza. Un percorso di conoscenza di sé.
Lo scopo sia del magus sia del magister è l’acquisizione dell’autoconoscenza e l’unione con l’Essere. Questo perché devono entrambi conoscere se stessi e l’Essere per armonizzare il pensiero e la volontà con i loro propositi.
Hai visto come le figure del magus e del magister siano molto vicine?
In effetti, hanno molti punti in comune.
Il soggetto che vuole conoscere se stesso e vivere correttamente ha il difficile compito di essere magus con se stesso e magister con gli altri.
Il potere della sua conoscenza lo deve utilizzare per crescere, per conoscere, per ampliare la propria coscienza.
L’unica cosa che può modificare è riferita a se stesso.
Non per avere, ma per Essere.
Quando agisce sugli altri e sulle circostanze ecco che deve assumere le vesti del magister.
Non può e non deve influire sulla realtà degli altri, specialmente senza il loro consenso. E comunque anche questo non garantisce la correttezza di un eventuale intervento.
Poiché l’esperienza che l’altro si trova a vivere significa che deve comprendere qualcosa. Se lui riuscirà a superare quel problema, sarà di più.
Migliore di prima.
Evolverà.
Risolvere il suo problema sostituendosi a lui e privandolo del processo di riuscita, è un atto che va contro la legge di natura: ognuno ha il diritto e il dovere di autodeterminarsi nella sua esistenza.
Siamo di fronte alla responsabilità esistenziale che è sempre assolutamente personale.
Il magus può agire per “aiutare” un altro suo simile (energeticamente, animicamente) a essere di più, a diventare ciò che è.
Ma sempre se il suo intervento è richiesto esplicitamente e che la persona aiutata s’impegni seriamente per come può nel suo percorso di luce.
Che cosa può fare il magus per se stesso?
3) IL POTERE DI SE STESSI
L’unico potere che va perseguito è quello di se stessi.
Moviempower® e Dreamempower® fanno proprio questo, ti permettono di non cadere in tutte le trappole che esistono e di raggiungere la conoscenza di te stesso.
Ti consentono di superare tutti quei recinti che nel tempo tu hai permesso che fossero costruiti intorno a te, per giungere alla piena consapevolezza del principio che ti ha posto come essere unico e irripetibile.
Il potere di se stessi si persegue ottemperando i seguenti punti:
1) Cerca l’Essere in tutto ciò che ti circonda e che fai. Stupisciti ogni giorno di qualcosa. Non omologarti mai.
2 Conosci chi sei. Scopri il tuo libretto d’istruzioni (Punto Zero) e leggilo attentamente e poi mettilo in pratica. Trasmutati sempre.
3) Impara ad amarti e ad amare.
4) Impegnati, studia, ricerca e sperimenta incessantemente, non risparmiarti mai.
5) Controlla i tuoi istinti, i tuoi complessi, i tuoi stereotipi, i tuoi vizi e i tuoi limiti. Non lasciarti possedere da costoro.
6) Sviluppa e allena la visione simbolica, l’immaginazione e la volontà.
7) Sviluppa i tuoi talenti, le tue capacità, le tue virtù. Esse sono la chiave per la tua realizzazione. Non negarle mai né lascia che qualcuno lo faccia al posto tuo. Costruisciti fuori per come sei dentro.
Non credere mai a niente ma cerca di conoscere e capire sempre.
9) Apprendi la natura e imitala. La natura non ha opinioni, dogmi, morali, credo e fedi, gli uomini sì.
10) Impara quotidianamente dai tuoi errori, dai tuoi sogni, dalle tue intuizioni, dalle tue percezioni e dagli eventi che ti accadono. Sono tutte news che ti giungono perché tu sia sempre di più.
Un movimento ascensionale centripeto-espansivo.
11) Diventa un cercatore d’immagini, Impara l’arte del sognare e dell’intuizione. Fanne un uso quotidiano.
Percorso assolutamente individuale, l’unico che può renderti indominabile e felice.
Maurizio Fani