Vedo sempre più spesso persone, coach e formatori vari che sparlano a proposito dell’ego.
Esiste chi lo maledice e lo considera un male assoluto, chi rimane possibilista e chi ha bisogno di costruire storie fantasiose a base di angeli e di buona parte della mistica orientale, per definirlo sempre in maniera incerta e incomprensibile.
Riportano termini confezionati ad hoc che a nulla servono per comprendere VERAMENTE ciò che è importante capire.
Vediamo di fare meglio e di portare luce là dove regna una artata confusione.
Ego è il termine latino per definire l’IO.
Qui dobbiamo necessariamente riferirci alle due “topiche” di Sigmund Freud, padre della psicoanalisi:
PRIMA TOPICA DI FREUD
CONSCIO: è quel sistema che ci permette di rimanere in contatto con il mondo esterno attraverso le percezioni.
PRECONSCIO: Il preconscio è il sistema psichico dove i processi psicologici sono momentaneamente inconsci, ma hanno la possibilità di diventare consapevoli e di passare nel conscio.
INCONSCIO:È la parte sommersa della psiche: i suoi scopi sono autonomi e nascosti alla coscienza superficiale. L’inconscio contiene il “ribollire” dei pensieri nascosti al sentire immediato, l”uomo non sente il contenuto dell’inconscio, l’inconscio ha una sua vita autonoma, le forze psichiche in esso contenute lottano e “agiscono” all’oscuro del pensato cosciente.
SECONDA TOPICA DI FREUD
ES:. I contenuti dell’Es derivano dalla propria storia evolutiva e poi si arricchiscono di elementi che il soggetto inserisce fino ai 5 o 6 anni. Tutto ciò che c’è nell’inconscio e quindi nell’es è controllato da forze censuranti.
Prevale il principio del piacere. È essenzialmente amorale, incoerente e illogico. È soprattutto senza tempo e agisce attraverso le emozioni e l’istinto.
SUPER IO: È, praticamente, la coscienza e definisce ciò che è “bene” e ciò che è “male”. Nasce dall’Io e inizia dall’infanzia quando i nostri genitori ci dicon cosa è bene e cosa è male fare.
IO: Cerca di tener assieme l’Es e il Super io, essendo questi sempre in disaccordo perché son l’uno l’opposto dell’altro. Agisce senza emozioni ed è governato dal principio di realtà.
Preciso che la terminologia esposta dei relativi concetti è quella della psicoanalisi. Io non ho modificato neanche una virgola.
MOVIEMPOWER
Adesso proviamo a chiarire il concetto di EGO o meglio di IO.

PUNTO ZERO: Il Punto Zero è il punto persona, un nucleo di vitalità intelligente originato dall’Essere che lo ha posto come il principio di quella specifica esistenza.
Il suo nome deriva dalla necessità di analizzare un prodotto alimentare dopo la sua produzione per verificarne il degrado nel corso del tempo. Immediatamente dopo la produzione si sottopone il prodotto a una analisi chimica e si registrano i valori di partenza.
Successivamente a 15 gg, a 30 gg. e così via si procede alla effettuazione di successivi esami, fino a quando i valori avranno raggiunto il limite di insalubrità stabilito.
Questi esami prendono il nome di T0 cioè Tempo Zero, T15 (A 15 GIORNI), T30 (A 30 GG), e così via- Quindi il Punto Zero corrisponde al momento in cui due cellule formano una nuova vita a se stante, il momento del concepimento. Momento in cui non è ancora avvenuta alcuna contaminazione esterna.
Il primo avvenimento che origina ogni nuova vita. È in questo esatto momento che tutta una serie di virtù, talenti e tipo di esperienze vengono “donate” al soggetto che avrà il compito di realizzarle nel corso dell’esistenza.
Il Punto Zero richiede fedeltà assoluta. È ineliminabile e immodificabile.
Se ci allontaniamo dalla sua realizzazione soffriremo se invece procederemo verso di lui sperimenteremo uno stato di benessere.
Se ci allontaneremo troppo fino a rendere vana la sua esistenza, il soggetto viene eliminato dalla vita poiché non funzionale a quel progetto.
L’IO STORICO: Funzione molto importante, è la struttura di realtà, è la struttura cui è deputata la mediazione tra quelle che sono le mie esigenze interiori, profonde, ontologiche e il mondo esterno. Quindi è quella struttura che determina la struttura di me esistente nel mondo della vita attraverso decisioni, scelte e azioni.
AUTOREALIZZAZIONE: corrisponde alla concreta attuazione di quel progetto che è il Punto Zero. Può avvenire solo se l’IO-STORICO media il Punto Zero e non altre fonti direttive.
La base di partenza è sempre la riuscita della vita del singolo soggetto: l’AUTOREALIZZAZIONE.
Lo strumento per arrivarci è quello di riuscire a mettere in contatto direttamente il PUNTO ZERO con l’IO-STORICO, ESCLUDENDO LA MEDIAZIONE DI TUTTI I SISTEMI COERCITIVI DI ORIENTAMENTO CHE TENDONO A FRAPPORSI.

Nel grafico di sinistra possiamo osservare la dinamica corretta secondo il principio della vita. Qui abbiamo un IO-STORICO che rende pienamente concreto il PUNTO ZERO.
In quell’altro, a destra, abbiamo la situazione problematica, dove la persona si identifica in altro da sé e crede vero ciò che non è.
Questo è il vero concetto dell’IO al quale ho aggiunto STORICO per lui deve fare storia, deve fare la storia del soggetto, cioè deve creare esternamente il soggetto per come il suo progetto ha previsto.
Nulla più e nulla meno.
Tuitte le parole con il suffisso Ego sono considerate negative:
EGOISMO: atteggiamento che implica la subordinazione dell’altrui volontà e degli altrui valori alla propria personalità; come amore eccessivo ed esclusivo di se stesso o valutazione esagerata delle proprie prerogative, che porta alla ricerca permanente del proprio vantaggio, alla subordinazione delle altrui esigenze alle proprie e alla esclusione del prossimo dal godimento dei beni posseduti.
EGOCENTRISMO: caratterizza colui che ha bisogno di porsi sempre al centro dell’attenzione, di assumersi sempre -possibilmente- tutti i meriti di un successo, anche se si tratta di un’azione collettiva e, per contro, di scansare le responsabilità di un insuccesso, pur trattandosi sempre di un’azione collettiva. Atteggiamento auto-referenziale.
EGOTISMO: Atteggiamento psicologico (diverso dall’amor proprio e dall’egoismo) che consiste nel culto di sé e nel compiacimento narcisistico e raffinato della propria persona e delle proprie qualità.
Allora un sano egoismo non esiste?
Osserviamo la natura.
Un anuimale, qualunque animale, è provvisto di sano egoismo.
Così le piante.
Una quercia non vuole essere un olivo, vuole essere solamente ciò che è scritto nel suo progetto di vita: il seme. Dentro il seme c’è tutta la quercia secolare, ma al momento è solo un seme e nulla più. Occorrono secoli, millenni per dare spazio alla sua realizzazione, sempre per come è previsto dal suo progetto.
Il “sano egoismo” è quella bellissima impellenza trascendentale che tutti noi abbiamo di realizzare noi stessi, senza dipendere da nessuno e senza stare agli ordini di alcuno.
La nostra società invece ci porta sempre fuori da noi stessi. Diventiamo sempre più attenti a soddisfare i bisogni che il dominio sistemico ci ha imposto e rimaniamo ciechi al nostro Punto Zero. Nessuno ci insegna che la nostra felicità dipende proprio dal suo soddisfacimento ed è comprensibile anche il perché.
Un sano egoismo non fa male a nessuno, rende liberi, sinceri e potenti con se stessi.
Chi lo possiede poi lo trasmette in maniera contagiosa.
Quando uno lo scopre desidera, vuole che tutti gli altri lo trovino e sperimentino quanto benessere può offrire.
Ecco che questo egoismo nulla ha a che spartire con le definizioni offerte dalla cultura.
Il sano egoismo è la CURA DI SÉ, L’AMORE DI SÉ.
Solo da queste basi si può parlare poi di amare gli altri, di vivere relazioni piene e soddisfacenti, amare e sentirsi amati.
Questo stato mentale di sano egoismo è l’energia che ci spinge per tutta la nostra vita. È LA VITA STESSA CHE PRESENZIA ALLA NOSTRA ANIMA PERCHÉ VUOLE ESSERE REALIZZATA.
Una tale fonte di forza e bellezza ci viene sempre occultata per lasciare posto a tante false maschere di buonismo, di perbenismo di altruismo ipocrita e malato.
Il sano egoismo è un’arte che ci spinge alla trasformazione continua, ne è il propellente e il garante.
Non più “devo” ma “voglio”.
Non più “sudditanza” ma “autonomia”.
Non più schiavi ma liberi da ogni attaccamento.
Quando compare il sano egoismo?
Quando finalmente scopriamo che stiamo vivendo vite che altri ci hanno imposto ma che non sono nostre e che sono in piena antitesi con la nostra anima.
E quando accade questo il disagio, la sofferenza, la malattia e la perdita prima o poi si faranno vive.
Ma come sono venute se ne andranno se queste poche pagine verranno amate e capite.
Friedrich Nietzsche scrisse: «Per millenni l’egoismo è stato considerato il .vero male della vita e ciò instupidì, imbruttì e avvelenò l’egoismo e gli sottrasse molto spirito, sensibilità, inventiva e bellezza».
Charlie Chaplin ha detto: «Quando ho cominciato ad amarmi davvero mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene, persone cose situazioni, e tutto ciò che mi tirava verso il basso, allontanandomi da me stesso. All’inizio lo chiamavo sano egoismo, ma oggi so che questo è amore di sé».
Maurizio Fani